Malpensa e pedaggi: gennaio da brivido nelle mani di Roma

Il nuovo decreto Linate fa tremare la brughiera. Tangenziali a pagamento: ci sarà uno spiraglio? Senaldi (Pd): «Scalo milanese da declassare»

Malpensa e Pedemontana, due patate bollenti sul tavolo del Governo che interessano direttamente il territorio della provincia di Varese, chi ci abita e vi lavora. Il cielo non sembra senza nuvole scure, perché i soldi per abbassare il pedaggio della nuova autostrada non sono in dirittura d’arrivo (né dal governo, né dalla regione) e saranno gli utenti a dover pagare salato mentre i timori sul futuro sempre incerto dell’aeroporto di Malpensa continuano ad esistere, anzi sembrerebbero amplificarsi.

La riscrittura del decreto Lupi su Linate, bocciato dalla Commissione Europea, è il compito in fase di redazione da parte del ministro dei Trasporti Graziano Delrio. E l’attesa si fa palpitante in provincia di Varese visto che si parla della metà di gennaio quale data per il nuovo provvedimento sull’attività dell’aeroporto di Linate. Le scelte che riguardano lo scalo milanese “Forlanini” sono, infatti, legate a doppio filo a Malpensa che continua a subire la presenza di un aeroporto da dove si potrebbe volare non solo verso le città

dell’Unione europea ma anche verso il Medioriente e la Turchia. E dove i movimenti aerei potrebbe essere aumentati oltre i 18 movimenti l’ora. Il che significherebbe togliere voli e chance di sviluppo a Malpensa. La Regione Lombardia scalpita? «Non mi sembra che la Regione abbia compiuto passi decisivi per la valorizzazione di Malpensa», punge Angelo Senaldi, deputato gallaratese del Partito Democratico.

«Linate potrebbe anche sopportare un maggior numero di movimenti l’ora, ma si tratta di decidere quale strategia adottare. Il vero nodo da sciogliere sta nel ruolo dell’aeroporto di Linate. Milano e i milanesi devono capire qual è il loro aeroporto di riferimento, ossia Malpensa». Secondo il parlamentare, che ha già chiesto un’interlocuzione al ministro Delrio, serve un «declassamento di Linate». Parla chiaro, Angelo Senaldi, consapevole delle elezioni che si terranno l’anno prossimo per il rinnovo del consiglio comunale di Milano: «Sappiamo bene che non si arriverà mai alla chiusura di Linate, ma almeno ci sia un declassamento di questo scalo se si vuole far lavorare e vivere Malpensa».Se l’intenzione restasse quella di instaurare una competizione tra Malpensa e Linate, allora «si cominci a pensare a tariffe aeroportuali più care per Linate e meno onerose per le compagnie aeree che scelgono Malpensa», indica Senaldi. «Si disincentivi l’utilizzo di Linate, invogliando i vettori a preferire Malpensa». Chiaro, insomma, il pensiero dell’esponente Pd della provincia di Varese attento anche all’altra grande questione aperta su Pedemontana. «Il piano industriale prevede un certo pedaggio che è caro, non c’è dubbio, ma l’opera ha dei costi, evidentemente non sopportabili dagli utenti», analizza Senaldi.

Il punto è: «Chi ci mette i soldi per abbassare il pedaggio?» Bisognava pensarci prima, sembrerebbe la morale: «Un intervento pubblico – privato deve essere calibrato meglio a monte», annota il parlamentare gallaratese. «In questo caso, né Governo né Regione metteranno le risorse necessarie a far scendere il costo del pedaggio della Pedemontana». Così la strada veloce che collegherà, tra l’altro, Malpensa ad Orio al Serio si è già aggiudicata la pole position di autostrada più cara con 20 centesimi di costo per chilometro. Da Cassano Magnago a Lomazzo servono 3,11 euro e sulla tangenziale di Varese, per percorrere 4,5 chilometri ci vogliono 1,02 euro. Senza contare le sanzioni di chi imbocca la strada ignaro del nuovo sistema di pagamento “free flow” che richiede regole precise per chi non possiede il telepass.