No al “Canton Insubria”, Varese resta da sola

L’incontro - Il tavolo territoriale ribadisce il proprio favore per un’area che mantenga l’attuale assetto

Aree vaste, il territorio vuole mantenere l’attuale assetto: niente “Canton Insubria”, Varese vuole restare da sola, e non accorpata a Como.
A ribadirlo, al termine del nuovo round di confronto nella sede territoriale di Regione Lombardia, stavolta con i rettori delle università Alberto Coen Porisini (Insubria) e Federico Visconti (Liuc), è il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, impegnato a portare avanti il Tavolo territoriale sulle aree vaste.
«Per quanto riguarda il tema dei confini –

la sintesi di Cattaneo – dal tavolo emerge la volontà di mantenere l’attuale assetto che è stato giudicato soddisfacente per una efficace erogazione dei servizi». “Canton Varese” contro “Canton Insubria”, per rimanere sulla denominazione delle aree vaste proposta dal governatore Roberto Maroni. In vista della discussione in Consiglio regionale, prevista per martedì prossimo, del riordino istituzionale in vista della riforma della Costituzione che, in caso di sì al referendum d’autunno, farebbe sparire le attuali province per dare alle Regioni la facoltà di suddividere il proprio territorio in aree vaste, nuovi enti di secondo livello, il Tavolo territoriale ribadisce il proprio favore per un’area vasta che mantenga gli attuali confini della provincia di Varese, senza accorpamenti. Bocciando quindi l’idea di Maroni di seguire lo schema con cui la Lombardia è stata ripartita nelle otto Ats, le agenzie per la tutela della salute che hanno rimpiazzato le “vecchie” Asl con la riforma sanitaria, con Varese verrebbe accorpata con Como. Ipotesi che però non ha raccolto consensi né su un versante (sul Lario spingono per la riunificazione delle province lacuali, Como e Lecco) né sull’altro. «La proposta che scaturisce dal tavolo, condivisa da parte di tutti – rimarca il rappresentante di Anci, il sindaco di Malnate Samuele Astuti – rappresenta un superamento di quella elaborata dal Presidente Maroni e che prevede la costituzione di otto cantoni. La proposta è quella di mantenere gli attuali confini, senza procedere a un’aggregazione con Como».
Anche per quel che riguarda l’aspetto gestionale, il Tavolo è giunto ad una “quadra”: «Tutte le audizioni – fa notare Cattaneo – hanno sottolineato l’importanza del tema delle funzioni, che devono essere suddivise tra i diversi ambiti istituzionali con chiarezza, lasciando autonomia nella gestione. Occorre comunque tenere conto dell’impatto sulla vita concreta dei cittadini».
E Astuti aggiunge: «La nostra proposta parte da una definizione chiara delle funzioni dell’ente di Area Vasta, della governance dei processi decisionali e rimarca l’importanza delle forme di aggregazione sovracomunali, ad esempio le unioni di comuni».