Ogni mese 45 euro in meno Per far lavorare i colleghi

I dipendenti della BTicino hanno accettato il contratto di solidarietà. Ecco come si traduce la loro decisione nella busta paga mensile

Lavorare meno ma lavorare tutti, rinunciando inevitabilmente ad una parte di stipendio, per fare in modo che nessun collega venga licenziato.
È il principio di fondo dei contratti di solidarietà, applicati già lo scorso anno alla BTicino di Varese e per i quali c’è un’ipotesi di accordo anche per quest’anno, previa approvazione da parte dell’assemblea dei lavoratori.

I 1050 dipendenti dell’azienda, come avvenuto lo scorso anno, dovranno rinunciare ad una parte di stipendio, lavorando qualche giorno in meno al mese, per assorbire i 75 esuberi dichiarati dalla BTicino per il 2015, a seguito di un ulteriore calo dei volumi produttivi, quantificato a poco più del 2%. Entrando nel dettaglio dell’ipotesi di accordo, i lavoratori diretti dell’azienda, ovvero quelli maggiormente legati alla fase produttiva, lavoreranno da un giorno ad un massimo di tre in meno per ogni mese del 2015,

mentre i lavoratori cosiddetti indiretti, cioè impiegati, addetti alla logistica o al magazzino, dovranno rinunciare al massimo ad un giorno di lavoro al mese.
Tradotto in cifre, quanto inciderà sullo stipendio mensile l’applicazione dei contratti di solidarietà in BTicino? Se prendiamo uno stipendio da 1.300 euro netti al mese, di cosiddetto terzo livello, quello più diffuso in azienda, nella peggiore delle ipotesi, per un lavoratore diretto che lavorasse tre giorni in meno al mese, la perdita sul salario sarebbe attorno ai 40 o 45 euro. Il contratto di solidarietà prevede un’integrazione al salario del 70% nei giorni di lavoro in cui si sta a casa; percentuale che sale all’80% grazie ad un contributo regionale. Una cifra importante in tempi di crisi a cui dover rinunciare, ma che consente, grazie alla solidarietà tra colleghi, di evitare licenziamenti; un esperimento che in BTicino ha già dimostrato di funzionare lo scorso anno.

Con questo tipo di ammortizzatore sociale c’è una protezione maggiore del lavoratore; merito da un lato della sensibilità dell’azienda ma dall’altro l’insistenza da parte di Fiom Cgil Varese e Fim Cisl dei Laghi, che sono riusciti a convincere efficacemente i vertici della BTicino ad applicare il contratto di solidarietà, strumento che in provincia di Varese viene utilizzato col contagocce. Le aziende varesine che lo hanno utilizzato si contano sulle dita di una mano, come ad esempio Whirlpool tra quelle di dimensioni più grandi. A spiegare il motivo sono gli stessi sindacati. «Il contratto di solidarietà è stato applicato in BTicino, dopo insistenze dei sindacati, a seguito di un periodo di cassa integrazione – afferma Angelo Re (Fim Cisl) – si tratta di uno strumento che non piace né alle aziende né alle associazioni di categoria delle imprese perché ha un’applicazione molto rigida rispetto alla cassa integrazione che però tutela meno i lavoratori, i quali comunque devono rinunciare ad una parte di stipendio». Un ammortizzatore sociale difensivo, in attesa che la crisi finalmente finisca. «La situazione dell’edilizia è gravissima e siamo preoccupati» afferma Stefania Filetti (Fiom Cgil).