Sfonda il videogioco made in Varese

Si chiama “Ovosonico” ed è la casa di produzione che ha scelto noi per lanciare la sfida ai grandi colossi. «Abbiamo voluto lavorare qui perché l’Italia è il nostro paese: siamo è una fuga di cervelli al contrario»

Mettete nel frullatore una buona dose di creatività italiana DOC, anzi a Km zero, mixatela con innovazione tecnologica e competenza di sicura provenienza, quanto basta di visione strategica e un pizzico di sfida: sono presto detti gli ingredienti di una ricetta che sta letteralmente facendo il giro del mondo: è Ovosonico, la casa di produzione di videogiochi che ha scelto Varese per guardare al futuro.

La storia di Ovosonico nasce dall’incontro di due genialità tutte italiane, nate con la passione per l’informatica: il milanese Massimo Guarini e il napoletano Gianni Ricciardi, l’uno disegnatore creativo con un talento per il management e l’altro musicista poliedrico. Dopo anni di duro lavoro all’estero (U.S.A., Canada, e Giappone) e alle soglie dei quarant’anni, i due decidono di inserirsi con un videogioco prodotto in proprio nel mercato dei videogiochi per console, che viaggia alle stelle su numeri impressionanti e in crescita costante.

Due anni fa progettano una idea dal forte contenuto emozionale, che incontrerà il favore della multinazionale Sony: Massimo e Gianni concludono un accordo economico da sogno, e da quel momento in poi viaggiano alla velocità della luce. Il progetto parte, si individua la location in Varese, si struttura la casa di produzione, vengono coinvolti i migliori ingegneri, animatori e tecnici sviluppatori del settore: in soli ventidue mesi, «con un budget fra i più bassi mai impiegati per un videogioco”»

lo scorso mese di settembre viene lanciato “Murasaki Baby”. Oggi, della bimba viola protagonista del videogioco e del fenomeno Ovosonico, parlano in tutto il mondo, in tutte le lingue: nelle pubblicazioni specializzate, nei giornali economici, nei supplementi culturali. Fin dalle prime parole si capisce che il successo di Massimo e Gianni è dovuto alla capacità di guardare le cose svincolandosi da ciò che ci si aspetta : «Abbiamo scelto di lavorare in Italia, perchè questo è il nostro paese: la nostra è una fuga di cervelli al contrario. Non l’abbiamo fatto per puntare ad esportare l’italianità all’estero, vogliamo che il mondo venga qui a puntare i riflettori sull’Italia, perchè siamo convinti che qui si esprimono capacità e talenti eccellenti. Con noi ci sono collaboratori italiani che abbiamo conosciuto lavorando all’estero».
Anche accreditarsi presso Sony è stata una sfida coraggiosissima: «Pur avendo una nostra credibilità conquistata sul campo, all’estero, dovevamo agire con estrema determinazione: siamo riusciti a suscitare l’interesse della Sony con un pitch di cinque secondi, verso un prodotto che è diverso da qualsiasi altro esistente». Cioè, nel tempo che occorre a presentare cinque diapositive, contenenti idea e fattibilità, i dirigenti della Sony Computer Entertainment Worldwide Studios Europe hanno percepito il potenziale di “Murasaki Baby” per promuovere la Playstation Vita, una piccola consolle portatile caratterizzata dalla tecnologia touch.

«Eravamo certi del nostro valore sotto il profilo autoriale, ma per distribuire il gioco a livello mondiale avremmo dovuto avere competenze e risorse all’altezza dell’obiettivo. Partendo da zero, per noi era fondamentale legarci ad un editore/distributore come Sony – dice Massimo Guarini – abbiamo ceduto la proprietà intellettuale ma lavoriamo in piena autonomia creativa; in seguito, quando avremo consolidato la nostra presenza sul mercato potremo negoziare gli accordi a partire da basi diverse».
Oggi Ovosonico è una azienda che fattura un milione di euro all’anno, impiega una dozzina di persone di età media sui 30 anni, e proprio grazie alla solida partnership con Sony, per la quale realizzerà presto un nuovo videogioco, guarda ad un orizzonte pluriennale, davvero in controtendenza con gli attuali momenti di crisi. Un orizzonte in espansione, tanto che a Ovosonico stanno creando nuovi spazi lavorativi per accogliere nuovi collaboratori: animatori 3d, programmatori di videogiochi, sound designers, level designers (per informazioni: consultare l’area jobs sul sito www.ovosonico.com) – se si ha talento il futuro è assicurato. «Sono professioni talmente innovative e specifiche, per le quali non esiste formazione scolastica, per questo stiamo già pensando a realizzare corsi formativi in collaborazione con la milanese Digital Bros Halifax».