Tra strade e furgoni il business del cibo non è solo in tavola

Nell’anno di Expo il fenomeno si è fatto conoscere: da Monate a Laveno fino a Varese, tanti gli eventi. E c’è chi punta in alto come Strona e Romagnam

Il cibo di strada? Sicuramente nel campo alimentare è il fenomeno del momento tant’è che in tutto il Paese fervono appuntamenti e festival. Nell’anno di Expo, anche nel Varesotto le manifestazioni di questo tipo non potevano mancare, anche se per ora i numeri del business legato al cibo itinerante non sono certo esplosi.
C’è comunque chi in città strizza l’occhio alla tendenza proponendosi – ieri come oggi – per essere un’alternativa al pasto a tavola. La lista di cosa mettere sotto i denti passeggiando è lunga e legata al Dna della tradizione culinaria italiana: arancini, pizza, focacce, panzerotti, gnocco fritto, piadina, farinata, ma anche gelati e caldarroste.

In questo grande contenitore rientra infatti tutto ciò che si consuma (gli anglosassoni parlano di street food) e, a volte, si cucina (in questo caso si parla di food truck) per strada.
Sull’onda di sagre di Paese e di manifestazioni più o meno locali, dove da sempre in Italia non abbiamo rinunciato a bancarelle e chioschi dedicati al palato, si è affermata ora la tendenza a creare veri e propri appuntamenti ad hoc, dedicati esclusivamente al cibo di strada.

Manifestazioni che diventano occasione per portare in giro cibi tradizionali e promuovere territori.
Così è successo ad esempio a Monate dove, per cinque fine settimana, da maggio a settembre protagonisti indiscussi sono stati il cibo di strada e a chilometro zero. Ma anche a Varese nelle vie del centro a giugno è approdata Platea Cibis, manifestazione dedicata al cibo di strada nazionale e internazionale, vera passerella di gusti e sapori, promossa da Confesercenti e dal Comune di Varese con la presenza anche di aziende nostrane.

E poi anche a Laveno, a luglio, protagonista di una kermesse apposita è stato il cibo di strada.
I numeri che arrivano dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Varese ci dicono però che il fenomeno è ancora poco conosciuto, anche se ha registrato una crescita nel corso degli ultimi tre anni: di sicuro al momento a prevalere è l’impatto qualitativo e mediatico rispetto a quello quantitativo.
Se si guarda alle cifre che interessano il comparto della ristorazione mobile, gelaterie, ristorazione annessa ad attività agricola e ristorazione ambulante, è proprio quest’ultima voce a raggiungere la maggiore crescita, passando da 7 a 15 attività nel giro di tre anni.
Come detto, però, il fenomeno dello street food è qualcosa che al momento ha più la forza del racconto che quella dei grandi numeri. Una su tutte è la storia delle Ape car Giallo Uk partite da un’idea di tre varesini per approdare, circa un anno fa, a vendere per strada la polenta ai londinesi.
Se poi invece ci limitiamo ai nostri confini, in città ci sono almeno due imprese che hanno “sposato la causa” mettendosi in vetrina sul web proprio sotto la dicitura cibo di strada: si tratta della piadineria Strona di vicolo Canonichetta, dove il titolare Andrea Stronati si definisce un vero e proprio street chef, e il locale Romagnam di via Dazio Vecchio.

Per chi volesse gettarsi nel business è bene osservare cosa chiede il mercato. Pare che ora gli occhi siano puntati sulle nuove tendenze che riguardano al riscoperta delle tradizioni del territorio, ma anche il filone bio, veg e gluten free dettato dal crescente numero di persone che, per scelta o per motivi di salute, optano un’alimentazione differente.
Protagonista indiscusso e impermeabile alle mode resta poi il gelato che è sempre più artigianale e gourmet. Nei festival risulta anche particolarmente apprezzato inoltre il cibo etnico.