Tute blu in sciopero

BRACCIA INCROCIATE - Metalmeccanici in agitazione. Sette i pullman partiti da Varese

Sono partiti sette pullman da Varese per portare i lavoratori metalmeccanici varesini alla manifestazione regionale organizzata dalle tre sigle sindacali di categoria Fiom- Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil regionali a sostegno del rinnovo del contratto nazionale, in contemporanea allo sciopero di 8 ore, che, riferisce il sindacato, anche nella nostra provincia ha avuto un’adesione molto elevata, che ha sfiorato e in alcuni casi superato l’80%.

Una manifestazione che arriva dopo una serie di agitazioni organizzate nelle scorse settimane dai metalmeccanici che da inizio anno aspettano il rinnovo del contratto scaduto ormai da sei mesi: parliamo di circa 400mila lavoratori in attesa del nuovo contratto in tutta la Regione e di oltre 43mila nella sola provincia di Varese. Tredicimila lavoratori metalmeccanici, arrivati da tutta la Lombardia, sono scesi in piazza questa mattina a Milano, secondo quanto riferito da una nota della Cisl lombarda, «un’altissima affluenza» confermano le sigle di categoria, che dopo anni di divisioni, si sono ritrovate unite in questa importante battaglia. «Abbiamo deciso di manifestare e di portare avanti un pacchetto di scioperi – ha raccontato Stefania Filetti, segretario provinciale della Fiom-Cgil di Varese che ieri ha partecipato alla manifestazione a Milano – perché è per noi fondamentale che il contratto venga rinnovato».

Sono però ancora profonde le distanza con la controparte: «Federmeccanica propone di avere un contratto nazionale non esteso a tutti». Il principale motivo di distanza è la proposta salariale, ha spiegato Filetti: «Il rinnovo del contratto che Federmeccanica propone è inaccettabile, perché propone aumenti salariali solo per una piccolissima parte dei lavoratori, ovvero solo per coloro che non hanno già elementi in più in busta paga», come superminini, scatti di anzianità e così via. Questo, ha aggiunto il segretario varesino di Fiom «significa

arrivare ad un solo livello di contrattazione». Il salario è il punto sul quale spingono tutte le sigle sindacali e «a sei mesi dall’avvio della trattative la posizione di Federmeccanica è ancora intransigente, soprattutto sulla questione salariale – ha sottolineato Enrico Civillini, segretario generale Fim Lombardia -. È inaccettabile pensare di distribuire aumenti salariali a meno del 5% dei lavoratori interessati». «Oggi insieme abbiamo riempito la piazza, svuotato le fabbriche, abbiamo dimostrato a Federmeccanica cosa pensano i lavoratori della sua proposta – ha aggiunto Civillini -. Dopo sei mesi di trattativa, dopo venti incontri, siamo ancora di fronte a una posizione inaccettabile sul salario. Una posizione che non riconosce i premi aziendali e la richiesta dei lavoratori di avere un contratto nuovo ma soprattutto innovativo, che metta al centro i temi della formazione, della partecipazione, della sicurezza». Il timore, ha aggiunto Filetti è anche quello di andare a creare un precedente: «Se questa cosa passa per il metalmeccanico, tutte le altre categorie andranno a ruota».

Il salario, ha aggiunto Francesco Nicolia, segretario provinciale di Uilm «è fondamentale e il contratto nazionale non può essere depauperato di questa componente che contribuisce ad una redistribuzione del reddito a sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie».