Varese guarda il voto in Usa

l mondo attende le presidenziali americane. Un evento globale che ci riguarda da vicino

Ci siamo, ancora qualche ora e martedì sarà l’Election day, l’atteso giorno in cui l’America sarà chiamata al voto. E per tutti quelli che sbuffano al solo pensiero perché tanto non li riguarda, si sbagliano: la nostra economia, anzi, l’economia di tutto il mondo starà a guardare attentamente a quei risultati che avranno stretta influenza sull’andamento geo-politico mondiale, dunque, anche nei nostri mercati di riferimento.

Alle elezioni per la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America in programma il prossimo martedì 8 novembre, voteranno ben 10 milioni di italoamericani maggiorenni, sui 13 milioni di residenti totali di origini italiane. In particolare, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati su dati American Community Survey, la concentrazione dei residenti Usa che hanno dichiarato, come prima origine, quella italiana è più alta in Rhode Island (14,9% dei residenti, oltre 156mila), in Connecticut (14,8%, oltre 530mila), nel New Jersey (13,6%, 1,2 milioni) e New York (10,9%, 2,1 milioni). In termini di grandi elettori (delegati eletti su base statale che si riuniscono poi per eleggere il Presidente), gli Stati con più grandi elettori a disposizione dove gli italo-americani sono una comunità importante sono, oltre a New Jersey e New York, Pennsylvania (20 grandi elettori, con il 9,5% di italoamericani dei residenti, Ohio (18,5%), Florida (29, 4,8%) e Illinois (20, 4,6% dei residenti).

Ma al di là dei nostri concittadini che dopodomani saranno chiamati a esprimere la loro preferenza nell’elezione del nuovo presidente, sono davvero tanti i legami dell’economia italiana, e varesina in particolare, con l’economia Usa. Innanzi tutto l’andamento dei flussi di export: l’Italia nei primi sei mesi del 2016 ha esportato verso gli Usa merci per un valore di circa 18 miliardi di euro. La sola provincia di Varese nello stesso semestre ha esportato verso l’America settentrionale merci per oltre 281 milioni di euro. Gli Stati Uniti sono uno dei primi partner commerciali per la nostra provincia dove si dirigono oltre il 5% del totale delle esportazioni.

Per quanto riguarda i prodotti, un decimo dell’export nazionale riguarda gli autoveicoli, seguiti da costruzioni per navi, aeromobili, medicinali e prodotti farmaceutici . L’enogastronomia “made in Italy” ha esportato nei primi sei mesi del 2016 in vini e olio più di 750 milioni di euro. E bene ha fatto anche la moda, tra calzature, pelletteria e abbigliamento. L’export lombardo verso gli Stati Uniti vale circa il 20% sul totale nazionale, con 3,8 miliardi di euro. Ma oltre ai flussi di commercio estero non dimentichiamo che con gli Stati Uniti abbiamo stretti legami diretti: sono complessivamente 2.147 le imprese italiane controllate da imprese con sede negli Usa. Massima concentrazione in Lombardia, con 1.142 imprese. Milano conta 947 imprese, seguita da Monza e Brianza, dove operano 60 aziende con queste caratteristiche e subito dopo da Varese con 31.

Quindi sì: l’elezione del presidente americano interessa davvero tutti noi, se non altro per tutti gli interessi economici che gravitano intorno alla grande potenza statunitense.