Forse Salvini ha ragione. O forse Salvini ha sbagliato

Pontida senza l’intervento di Umberto Bossi. L’editoriale di Andrea Aliverti

Forse ha ragione Salvini. Forse il “parricidio” è necessario per dare continuità alla crescita di consensi di cui la Lega Nord è accreditata da tempo da tutti i sondaggi, fino a vette (oltre il 15%) mai toccate nemmeno dalla Lega di Bossi dei tempi d’oro: in fondo per una parte di quel 15% di consensi che Salvini non intende perdere, Umberto Bossi non era nemmeno un riferimento politico. Quindi potrebbe essere giunta l’ora di metterlo da parte,

così come Salvini probabilmente vorrebbe mettere da parte anche l’ingombrante alleato Silvio Berlusconi. O forse Salvini sbaglia. Perché rischia di commettere lo stesso errore che sta costando caro all’altro Matteo, il leader del Pd Renzi. Quello di una rottamazione fin troppo esasperata che gli ha inesorabilmente alienato una parte della “vecchia guardia” del partito e che ora lo ha reso un leader non più abbastanza “a vocazione maggioritaria”, tanto che sono in molti a scommettere che in futuro, dopo le politiche, possa avere più chances di tornare a Palazzo Chigi qualche figura di mediazione alla Gentiloni. Ora c’è da chiedersi cosa farà Umberto Bossi, se vorrà rifugiarsi in quella che assomiglia ad una sorta di Mdp in salsa “padana”, il Grande Nord del suo ex delfino Marco Reguzzoni, per rilanciare la bandiera del federalismo smarcandosi dalla Lega, oppure se accetterà il “parricidio” per non danneggiare la sua creatura.