Le parole sono importanti. Tutte quante

L’editoriale del direttore Francesco Caielli

Le parole sono importanti. Ce l’ha insegnato Nanni Moretti in uno dei suoi film meglio riusciti. Le parole sono importanti. Ed è vero, verissimo: le parole sono importanti. Ce l’hanno ricordato, un paio di giorni fa, i responsabili di Coordinamento Migrante. Che hanno organizzato un incontro per dire delle cose giuste (i migranti si accolgono, non si ammassano), ma che prima di tutto hanno tirato le orecchie alla stampa.

Le parole sono importanti: ce lo ripetiamo tutte le mattine e ce lo ricordiamo ogni sera, noi che di parole viviamo e che con le parole proviamo a raccontare storie e verità. Ci stiamo attenti. Ci stiamo attenti quando parliamo di sport, ci stiamo attenti quando parliamo di migranti. Siamo il giornale che ha parlato di “marcia dei migranti su Varese” in occasione della loro plateale protesta (perché di questo si trattava). Siamo il giornale che ha raccontato la storia di Johnbosco, profugo nigeriano scappato dai terroristi di Boko Haram. Siamo il giornale che sta attento alle parole ma cerca di stare ancora più attento ai contenuti. Le parole sono importanti. Proprio per questo un giornale va giudicato (e attaccato, e criticato) soltanto dopo averlo letto.