Ti troveranno. E noi ti faremo vergognare di essere nato

L’editoriale del direttore Francesco Caielli

Tu, bastardo che hai ferito a morte la nostra città, la nostra montagna, il nostro orgoglio probabilmente ora sarai seduto da qualche parte a berti un caffè godendoti lo spettacolo. Ammirando la ferita devastante inferta a questa gente. Sorridendo alle lacrime di chi ti circonda. Leggendo sui giornali quello che hai fatto. Ecco allora, già che ci sei, leggi pure questo. Niente retorica, hai colpito duro. Hai provocato una ferita lacerante, per anni i boschi che custodiscono e proteggono la nostra città

porteranno i segni di questa infamia, e il nostro dolore verrà ogni volta rinnovato. Ogni volta che alzeremo lo sguardo per ammirare lo spettacolo più bello e famigliare del mondo: la catena del Rosa, i quattromila svizzeri, il Zeda, la Martica, il Campo dei Fiori, il Sacro Monte.
Ogni volta che ci allacceremo le scarpe da running per una corsa su al Sentiero 10 domandandoci quale altra città sappia offrire una meraviglia del genere a dieci minuti di macchina dal centro. Fa male, farà male.Però, caro bastardo, questo incendio un po’ di cose le ha tirate fuori. Questo incendio ha tirato fuori la parte migliore di noi, ha svegliato orgogli che temevamo fossero sopiti, ha unito tutta Varese e i varesini in un sentimento comune: rabbia, dolore, tristezza. E tutti in queste ore siamo in apprensione, tutti guardiamo verso la montagna – aprendo la finestra, rallentando in macchina – come si guarda a un parente stretto che sta male.
Ha tirato fuori l’eroismo, il senso del dovere, l’abnegazione, la forza dei nostri Vigili del Fuoco: strepitosi, in una carenza di mezzi e risorse sempre più preoccupante (in tutta Italia ci sono solo 15 Canadair e tutti lo pensano ma nessuno lo dice, quindi lo diciamo noi: ce ne fosse stato uno a disposizione venerdì pomeriggio, ora non saremmo qui a leccarci le ferite) nel lottare contro un mostro che sembrava imbattibile. Sono i nostri eroi, e ci vogliono queste cose per ricordarcelo. Questo incendio ha tirato fuori la bravura dei ragazzi che lavorano per La Provincia di Varese, che dopo aver chiuso il giornale cartaceo a mezzanotte hanno preso la macchina e sono saliti: al Poggio, alla Rasa, al Sacro Monte.
Senza che nessuno glielo avesse chiesto, senza che nessuno li avesse obbligati, senza un diktat del direttore, stando in piedi fino all’alba dopo una giornata di lavoro in redazione. Dimostrando, insieme ai nostri fotografi, una professionalità e una passione fuori dal comune e mettendo in piedi una diretta web puntuale e precisa (bravissimi, va detto, anche ai colleghi di VareseNews: è un onore essere i vostri concorrenti sul web). Quindi, tu che hai provocato tutto questo, sappi una cosa. Ti troveranno, prima o poi: stanne certo. La giustizia farà il suo corso, verrai condannato, sconterai la tua pena senza sconti e senza pietà. E noi, quando ti troveranno e ci diranno che sei stato tu, metteremo sul giornale il tuo nome e la foto della tua faccia occuperà tutta la prima pagina: ti faremo vergognare di essere nato.