Legambiente e il conto a Maroni «Quattro miliardi per il Master plan»

GALLARATE «Una fidejussione di almeno 4 miliardi a garanzia della realizzazione delle opere di compensazione ambientale». Dovrebbe chiederla a Sea il governatore Roberto Maroni. Almeno, questo è il parere affidato ad una nota stampa da Legambiente Gallarate. Convinta che dietro alla definizione di Malpensa come «un’opportunità strategica per lo sviluppo della competitività regionale», queste le parole con le quali il Pirellone ha dato il via libera al Master plan, si celi in realtà «una nuova e pesante speculazione».

Perché queste parole ricordano molto quelle «ripetute con insistenza 15 anni fa, quando si volle giustificare l’espansione dell’aeroporto nonostante la valutazione d’impatto ambientale negativa». Eppure l’allegato alla delibera regionale «mette in luce molte criticità del master plan e lascia apertamente intendere che la regione avrebbe dovuto esprimere parere negativo». Proprio questo documento «segnala che Sea è inadempiente rispetto al programma delle compensazioni di Malpensa 2000». E quindi, «se in passato non è stata affidabile, come può oggi Maroni pensare che vorrà attuare gli indispensabili progetti compensativi».

Secondo il sodalizio ambientalista, alla base di questa presa di posizione dell’esecutivo regionale c’è la volontà politica di «pensare in grande sul futuro del trasporto aereo in Lombardia», con l’obiettivo di «costruire l’immagine di una grande regione». Ma lo scalo della brughiera «è ormai diventato un emblema di significato opposto». Rappresenterebbe infatti «l’assistenzialismo statale, prima tenuto nascosto, ma ora conclamato». Il riferimento al provvedimento Ue relativo alle ricapitalizzazioni di Sea Handling.

Lo scalo sarebbe poi un «buco nero di capitali: Sea dice di non avere i soldi per pagare la multa dell’Unione europea, ma è pronta a buttare 1,3 milardi di euro per la terza pista e la maxi cargo city». Senza dimenticare lo «sciacallaggio ambientale» ed il fallito collocamento in borsa: «ormai la gente ha capito che Malpensa non è un aeroporto superstar, ma uno scalo che per funzionare deve essere dimensionato a volumi di traffico realistici e sostenibili». E poi c’è il problema della criminalità, non solo quella che usa la brughiera per il traffico di stupefacenti. «L’attenzione della Procura della Repubblica si è posata anche sul lavoro nero e sul caporalato». Insomma, «è questa l’immagine della Lombardia e del più grande aeroporto lombardo che si vuole consolidare?».
R. Sap.

f.artina

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