Heysel, la partita dell’orrore Tradate ricorda la strage

TRADATE Sono passati 25 anni da quel tragico 29 maggio 1985 quando si consumò la tragedia dell’Heysel, costata la vita a 39 persone, in gran parte tifosi bianconeri giunti a Bruxelles per assistere alla finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus. E anche la provincia di Varese pagò il suo tributo di sangue: nello stadio perse infatti la vita il giovane tainese Giancarlo Bruschera, all’epoca solo 21enne. Furono tanti i gruppi organizzati che decisero di raggiungere la capitale belga per prendere parte ad un grande evento sportivo,

un pullman di supporters partì anche da Tradate.
Oggi, a distanza di tanti anni, il ricordo di quei momenti tragici è ancora vivo nella memoria di chi partì convinto di essere spettatore e tornò vittima, subendo interminabili minuti di terrore e imprimendo indelebilmente quei frangenti nella propria memoria. Alberto Broggi è il figlio di Carlo, all’epoca presidente dello Juventus Club di Tradate, il 29 maggio 1985, anche lui è partito per la finale: «Eravamo proprio nel tristemente noto settore Z, quello preso di mira dai tifosi inglesi e dove poi c’è stato il crollo del muretto – racconta –. Come sono andate le cose ormai è noto, c’era una grande confusione. Ad un certo punto ognuno scappava cercando di mettersi in salvo, badando a se stesso e ai propri amici». Attimi di puro panico, in cui la gente cercava di scappare, chi scavalcando i muri, chi buttandosi verso il campo, chi cercando riparo nei settori confinanti: «Per alcuni – continua Alberto Broggi – il momento fu talmente chockante da far perdere cognizione di sé. È il caso di un ragazzo emiliano che abbiamo incontrato fuori dallo stadio. Si era perso, era solo e non sapeva come tornare a casa. Non si ricordava nulla. Allora lo abbiamo portato a Tradate, ricordo che mio padre lo portò a casa, gli abbiamo dato anche dei vestiti e dei soldi per tornare a Bologna. Dopo un anno abbondante una delegazione dello Juventus Club venne anche invitata alla trasmissione televisiva Portobello, dove il giovane ragazzo potè riabbracciare e ringraziare i tradatesi che lo avevano aiutato».
I tifosi tradatesi sulle gradinate dello stadio trovarono anche una bambina in lacrime che si era persa, la raccolsero e la consegnarono alla polizia all’esterno dello stadio. In qull’occasione c’era anche il consigliere comunale Danilo D’Arcangelo: «Ricordare quei momenti ancora oggi mi fa venire la pelle d’oca – racconta – siamo partiti con il bus dal rione Allodola, abbiamo raccolto altri compagni di viaggio a Venegono e Castiglione, poi siamo andati su fino a Bruxelles. La prima parte della giornata è stat bellissima, si stava tutti insieme, italiani e inglesi, abbiamo visitato la città e bevuto della gran birra. Quando è arrivato il momento di andare allo stadio, è successo il finimondo. Essere stati là in mezzo è stato tremendo. Io e un altro ragazzo di Tradate ci siamo trovati in mezzo al campo. Non trovavamo più nessuno e a un certo punto, presi dall’angoscia siamo andati a vedere se tra i cadaveri ammassati ci fosse anche qualcuno della nostra compagnia».

b.melazzini

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