Gallarate, riesumato il corpo del piccolo Nikolas

GALLARATE Riesumato ieri il corpo del piccolo Nikolas morto lo scorso 5 febbraio, all’età di soli 2 anni e mezzo, dopo il ricovero all’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate.
Il medico legale Maria Luisa Pennuto, nominato dalla procura, ha eseguito l’esame autoptico: «Il quesito è molto complesso ed è impossibile avere risposte immediate – spiega Ermanno Talamone, legale dei genitori del bimbo – Abbiamo nominato un consulente di parte. Presto potremo avere qualche risposta».
Il sostituto procuratore di Busto Roberto Pirro Balatto ha ovviamente aperto un fascicolo per omicidio colposo dopo l’esposto

presentato lo scorso 17 marzo dai genitori: al momento non risultano iscritti nel registro degli indagati.
Nikolas è venuto alla luce in Germania, a Colonia, nell’agosto 2008: è nato perfettamente sano. Dopo il primo vaccino, praticato sempre in una clinica tedesca, il piccolo ha iniziato ad accusare violente crisi compulsive e ai medici tedeschi sono occorsi tre differenti episodi per capire la verità: il bimbo aveva contratto la sindrome di Dravet la cui più specifica sintomatologia sono appunto questi violenti attacchi compulsivi. La malattia è curabile «con medicinali specifici anticonvulsivi – spiega Talamone – Gli episodi potevano essere tenuti sotto controllo».
Rientrati dalla Germania, i genitori si trasferiscono a Cassano Magnago. In «due, forse tre occasioni – spiega l’avvocato – il piccolo venne portato in ospedale a Gallarate. Qui non esiste un reparto specifico per questo tipo di patologie e almeno in due casi il bimbo andò in arresto cardiaco e venne poi recuperato». I genitori, spinti dall’amore immenso, hanno affidato il bimbo alle cure dei medici dell’ospedale Buzzi di Milano: qui si stava cercando il dosaggio ottimale dei farmaci che avrebbero consentito a Nikolas una vita sostenibile. Sino al 5 febbraio: nuova crisi. Il piccolo arriva in pronto soccorso a Gallarate: viene visitato e intubato.  «E’ morto dopo il trasferimento nel reparto di terapia intensiva», spiega l’avvocato.
L’autopsia eseguita oggi ieri quanto meno escludere che non siano intervenuti fattori diversi nel decesso del bimbo. «Maggiori informazioni sull’accaduto arriveranno invece dalla cartella del piccolo», conclude l’avvocato.
Dall’ospedale, dopo l’apertura dell’inchiesta, non giungono repliche: quando i genitori palesarono quasi un mese fa di voler procedere con l’esposto l’azienda ospedaliera «espresse solidarietà», nella certezza che i medici avessero operato nel migliore dei modi.
Mentre i genitori sono spinti unicamente dalla volontà di capire perchè il loro bambino non c’è più.

e.romano

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