Busto, anche gli Amici della Terra vogliono salvare la Casa Custodi

BUSTO ARSIZIO Casa Custodi, prende carta e penna anche Arturo Bortoluzzi, presidente di Amici della terra. E scrive al sindaco Farioli, ad Agesp e agli architetti Augusto Spada e Giovanni Ferrario, che avevano lanciato un appello a questo proposito.
Ecco il testo:
Egregio Signor  Sindaco,
incuriositi dalla lettura di un articolo su di un quotidiano locale che riportava l’invito al Comune da parte degli architetti Ferrario e Spada a salvaguardare la Casa Custodi, palazzo settecentesco che si trova nel pieno del quadrilatero storico tra il centro e il quartiere e di San Michele,

abbiamo fatto un veloce sopralluogo e abbiamo con tristezza potuto constatare l’esistenza in centro città di un’area di pregio fortemente degradata e molto vicina ad essere definitivamente persa. Area dove impera l’abbandono in almeno tre stabili di pregio e vi sono condizioni igienico sanitarie verosimilmente precarie. La Casa Custodi, come viene denunciato dagli architetti, domina una sequela impressionante di erbacce, rifiuti, calcinacci. Della stessa però sono visibili gli infissi, il portale di ingresso della cappella della Casa, un oratorio privato dedicato alla Beata  Vergine Maria,un affresco del pittore Carlo Grossi anch’esso fortemente bisognoso di restauro.
Ciò premesso domandiamo al Comune cortesemente
– di accertare  la condizione statica degli immobili e la loro proprietà;
– se vi siano ingiunzioni da muoversi ai proprietari per il mantenimento del decoro;
– di procedere ad un costante controllo sull’emergenza igienico sanitaria e sul pericolo di rovina;
– se la proprietà del comparto possa essere acquisita a patrimonio pubblico e con quale onere
– se vi sia l’interesse comunale attraverso le società partecipate a gestire questo quartiere limitrofo al centro cittadino.
L’articolo chiude evidenziando il valore artistico dell’intero comparto nonché  il suo valore storico: recuperarlo equivarrebbe a salvaguardare la memoria di una fetta di storia locale.

La cultura muove l’economia. Ne sono convinte Spagna e Francia (che fanno crescere le risorse). Dati alla mano, gli assessori al turismo e alla cultura in Conferenza a Torino si sono confrontati sulle strategie migliori per far sì che il caso Torino (21 euro tornati in cassa per ogni euro speso in investimenti culturali e turistici) si replichi in tutto il Paese. Per gli amministratori locali l’evento di Torino è stata anche l’occasione per una buona notizia del sottosegretario al ministero dei Beni e le attività culturali, Francesco Giro: la firma di un protocollo di intesa con tutte le fondazioni bancarie disponibili a sviluppare nel triennio un impegno tra i cinque e i seicento milioni di euro e l’istituzione di un osservatorio per valutare i progetti a livello nazionale.
Contiamo che anche il territorio varesino voglia esprimere al Sottosegretario la propria volontà di mantenere alti gli investimenti facendo uno sforzo per avviare manifestazioni che  possano seguire attività di studio sulle presenze culturali del territorio.
Promuova una conferenza a Busto sull’economia della cultura invitando a condividerla Provincia di Varese  Comuni di Varese, Castiglione Olona, Saltrio, Biandronno e Gallarate, l’Agenzia del Turismo e la Camera di Commercio di Varese e muovendo e motivando il territorio. Faccia fruttare i beni culturali in sistemi complessi.
Non assista immobile alla morte della storia del territorio
Quello del nord della provincia di Varese è un caso unico e raro a livello mondiale.
Disponiamo di attrattività storico, artistiche e paesaggistiche di grande singolarità e pregio che vanno organizzate a sistema e rese disponibili, così sistematizzate , di un turismo sia interno all’area varesina che esterno.
Non a caso il nord della Provincia di Varese potrà disporre di ben quattro patrimoni dell’umanità Unesco, ciascuno per proprie motivazioni e con una propria identità.
Ciascun patrimonio dell’umanità dovrà avere un proprio piano di gestione.
La pianificazione provinciale in materia di turismo non può non tener conto di questa realtà.
E’ interesse di tutti che gli enti pubblici creino le migliori condizioni perché si possa sviluppare una fiorente economia turistica sulle innumerevoli ricchezze di cui può disporre il territorio varesino.
Lo Stato deve tener conto di questa realtà, foraggiare  economicamente il territorio varesino dopo aver stimolato  le pubbliche istituzioni a rendersi protagoniste di una salutare pianificazione economica dei beni paesaggistici e culturali.
Non abbiamo eguali in ambito mondiale ed è da questo vantaggio che dobbiamo ripartire.
Attendiamo un cortese riscontro e porgiamo cordiali saluti.

   

 

m.lualdi

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