Lanzetta-Insubria, caso nazionale Cherubino: “E’ molto pompato”

VARESE L’università dell’Insubria ieri è stata sbattuta in prima pagina sul Corriere della Sera e comparata a Paranomia, l’isola fantastica abitata da coloro che vivono ignorando la legalità. Motivo? Il chirurgo Marco Lanzetta, noto per i trapianti di mano, attraverso la penna di Gian Antonio Stella, ha raccontato come, nonostante il tar gli abbia dato ragione per cinque volte, non sia mai riuscito a ottenere la cattedra di professore di ortopedia e traumatologia.

Quanto accaduto, secondo Stella, il giornalista noto per denunciare i privilegi della casta, è lo specchio di un paese non serio. «Perché in un paese serio, davanti a un risultato così, si dimetterebbero il rettore, i commissari e i professori dichiarati vincitori».

Marco Lanzetta, oggi direttore dell’istituto italiano di chirurgia della mano di Monza e professore alla University of Canberra in Australia, non intende chiudere una questione aperta da nove anni. «Continuerò ad andare avanti anche per gli altri che non vogliono esporsi – racconta il professore – Non ne faccio una questione personale, la mia è diventata una battaglia per la meritocrazia. L’obiettivo adesso è cambiare un sistema che non funziona».

Ma secondo Paolo Cherubino, professore dell’Insubria e già preside di medicina, l’articolo di Stella non ha riportato i fatti in modo corretto. «Che Marco Lanzetta sia il miglior chirurgo ortopedico lo dice solo lui, è diventato un super chirurgo in televisione ed è stato molto “pompato”» dice Cherubino, commentando l’enfasi che viene data nell’articolo alle competenze di Lanzetta.

Poi ricostruisce: «Tutto iniziò nove anni fa, quando l’università dell’Insubria aveva indetto un concorso per ortopedia e traumatologia. Lanzetta interpretò tale concorso come fatto apposta per lui e non si sa perché dal momento che è specializzato nella mano. Dalla sua esclusione, si sono susseguiti concorsi, con commissari diversi, per coprire questo posto. In tutti Lanzetta non è stato ritenuto idoneo».

Secondo Cherubino un conto è valutare i titoli, un conto è compararli con quanto richiesto dal concorso: «Il fatto che Lanzetta abbia partecipato al primo trapianto delle mani non significa che deve essere professore in prima fascia. L’università dell’Insubria quante mani da trapiantare vede in un anno? Neanche una. In compenso vede molti interventi che hanno a che fare con fratture di femore, bacino e spalla. Il candidato ideale dovrebbe avere il curriculum per quegli interventi e, oltretutto, dovrebbe essere capace di organizzare una struttura con assistenti, etc. I giudici, quindi, sono entrati nel merito delle competenze di Lanzetta senza tener conto della natura del concorso».

e.marletta

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