Ecco il tesoretto di Varese Gli alberi valgono mezzo milione

VARESE Un patrimonio arboreo monumentale e dall’alto valore economico. Una ricchezza che Varese ha il dovere di preservare e che il progetto Pro-Arbora ha censito e quantificato.
È stato presentato ieri mattina a Palazzo Estense, dall’agronomo varesino di fama internazionale Daniele Zanzi, il progetto di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera, promosso dal Modern Arboriculture Institute con sede in Varese e finanziato dalla Regione Lombardia come parte del progetto europeo Interreg Italia – Svizzera.
«Il progetto riguarda il censimento botanico di alberi monumentali di rilevanza storica e paesaggistica nell’area

Prealpina (Varese – Como – Canton Ticino) – ha spiegato Zanzi – Mira, oltre che alla tutela e valorizzazione dell’inestimabile patrimonio arboreo delle nostre zone, alla creazione di percorsi naturalistici per la promozione turistica del territorio».
In sostanza il progetto di Pro-Arbora vuole coniugare l’offerta turistica del territorio con le eccellenze dei giardini storici, degli orti botanici e dei luoghi del verde di pregio in genere. In particolare, per quanto riguarda Varese, la città giardino, si tratta di una ventina di piante che potrebbero entrare a far parte di questi percorsi turistici che comprendono i parchi delle ville, «ma anche la pista ciclabile, da cui si vede per esempio un cedro messo a dimora nel 1902 proprio sotto la ghiacciaia, o i percorsi che si districano lungo i sentieri del Campo dei Fiori».
Sono nove le piante monumentali che fino ad ora Pro-Arbora ha censito nella città di Varese e hanno un valore economico che supera e 500 mila euro. Il Cedro di via Veratti, più noto come “piantone”, non ha quindi solo un vale affettivo per i varesini ma ne ha anche uno economico di oltre 92 mila euro. Il Ginkgo dei Giardini Estensi, messo a dimora da Cesare Veratti quando divenne proprietario del Parco e trasformò l’area in giardino inglese, vale quasi 15 mila euro. Il sughero di Villa Augusta, quello per intenderci che subirà gli effetti negativi del parcheggio che l’amministrazione vuole costruire sotto il Parco, vale 38 mila 800 euro «ed è un albero dalle dimensioni eccezionali, in considerazione alla sua provenienza mediterranea – ha specificato Zanzi – che fu piantato tra il 1920 e il 1930 dalla proprietaria della Villa».
A Villa Toepliz, invece, c’è un faggio che vale 34 mila euro, «che ora purtroppo in decadimento per danni alle radici causati probabilmente dall’utilizzo di diserbanti». Il più prestigioso è sicuramente il Cedro di Villa Mirabello. «Un albero messo a dimora il 17 agosto del 1885 in onore della visita di Vittorio Emanuele di Savoia e considerato l’albero più importante di Varese». Il suo valore si aggira intono ai 200 mila euro. «E poi ci sono il Cerro (92 mila euro) e Carpini di Villa Panza (26 mila euro). Il primo è quasi sicuramente il vecchio di Varese ed è stato messo a dimora nella seconda metà del 1700».
Per ogni pianta di pregio verrà poi redatta una scheda con tutte le più importanti caratteristiche e messa online sul sito www.proarbora.org. «Al termine del progetto – conclude Zanzi – organizzeremo una conferenza a cui parteciperanno tecnici del settore, ma anche un filosofo dell’ambiente come Mauro Corona e Julia “Batterfly” Hill». La ragazza che visse due anni su una sequoia in Colorado, per impedirne l’abbattimento. Con lei nacque il movimento ambientalista americano.
Valentina Fumagalli

s.bartolini

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