A Varese mutande in mostra Ecco le culottes di Marilyn

VARESE Dormiva con due gocce di Chanel n.5 ma solo perché le sue culottes erano al circolo di Bizzozero di via Monte Generoso 7. Rosa, di nylon, si capisce che erano proprio di Marilyn Monroe.

Graziano Ballinari, cuoco dell’osteria “Cose d’altri tempi”, le ha incorniciate e le ha fatte diventare il pezzo forte della mostra “La storia in mutande” (ingresso gratuito da martedì a sabato, dalle 19 alle 23).

«Me le ha regalate un giornalista del Washington Post – spiega Ballinari, ribattezzato “il mutandologo” al Maurizio Costanzo Show – Le ha comprate all’asta e me le ha spedite sapendo che potevano essere un pezzo importante per la mia collezione messa insieme grazie al contributo di storici e attori di Cinecittà».

Nella mostra ci sono le mutande della Contessa Castiglione, amante di Vittorio Emanuele II, che ebbero secondo Ballinari una parte importante nella storia dell’unità di Italia.

Le mutande dei Garibaldini e quelle della bella Otero, ballerina di can-can, che amava le mutande di color champagne perché spumeggianti. Immancabili quelle della principessa Paolina Borghese che commentò l’indumento intimo con queste parole: «Le mutande sono una virtù elastica, prima di abbassarle, riflettere». Una frase che si accompagna a quella dell’attrice Paola Borboni che disse nel 1935: «le mutande sono come i governi. C’è sempre qualcuno che le vuole far cadere».

«Questa mostra è la dimostrazione che in Italia gli anni passano, ma certi vizi rimangono – dice Ballinari – Insieme alla biancheria intima ho esposto le pagine dei giornali che parlano di pudore, di questione morale, di crisi economica, di inflazione. Il passato si riflette nel presente e viceversa».

La collezione – che vanta più di 500 pezzi – comprende le mutande di Mussolini, di Greta Garbo, Gina Lollobrigida ed Eleonora Duse che le portava solo nere. Ci sono persino quelle di Mina. Sì, proprio quelle che indossò sotto la vertiginosa minigonna che sfoggiò in televisione nel giugno del 1967 e che, perché troppo corta, le costò per parecchi anni il divieto di comparire sul piccolo schermo.

La mostra, passando per stoffe e pizzi, racconta anche le abitudini degli italiani negli ultimi 150 anni. Dai mutandoni dei contrabbandieri, con tante tasche per nasconderci di tutto. Alle mutandine decorate, da far intravvedere accavallando le gambe sulla Lambretta.

Ci sono anche diversi oggetti legati all’igiene intima. Come i vasi da notte, le vecchie padelle per gli infermi e persino “la scatola del tuono”. Una sorta di beauty che, sedendovi sopra, attutiva gli eventuali rumori legati all’attività intestinale.«Negli anni c’è stato un rimpicciolimento degli indumenti intimi».

e.marletta

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