Il Cardinale aiuta i poveriIn arrivo tre milioni di euro

VARESE Una comunità viva, quarantuno parrocchie, centoventimila abitanti. Ma magmatica. E azzannata da una crisi che morde i lavoratori e gli anziani, e che il cardinale ha saputo cogliere, tra i primi, nella povertà delle famiglie, nelle crescenti richieste rivolte da disoccupati e cassaintegrati alle chiese e ai loro parroci. L’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, l’ha detto domenica pomeriggio dal Palawhirlpool di Varese che, questo, è un fenomeno «di cui non conosciamo l’entità e il cui spazio di tempo ancora ci sfugge».


Subirlo non si può, occorrono amore, condivisione, sobrietà. E aiuti concreti: tre milioni e trecentomila euro sono quelli che verranno stanziati a giorni dalla diocesi ambrosiana, attingendo a quel «fondo famiglia e lavoro» che il cardinale aveva aperto la notte di Natale nel duomo meneghino e che oggi, grazie a collettori radicati e senza burocrazie come Acli e Caritas, è pronto a raccogliere le istanze dei decanati e dei territori. Ne discuterà mercoledì la giunta di controllo; poi verrà avviata la fase concretamente distributiva, attraverso i parroci.
Parroci in prima linea, sentinelle dei bisogni e traduttori di carità, unici in grado di «rendere possibile il massimo di discrezione, il rispetto di persone che, perdendo il posto di lavoro, rischiano di smarrire anche qualcosa di più prezioso, la dignità».
E così, mentre le cronache annunciano le contrazioni dei colossi e i drammi di tante piccole e medie imprese anche artigiane, a lenire le difficoltà saranno i sacerdoti, «che possono aiutare a scegliere i casi più drammatici e trovare il modo più umano ed evangelico per rispondere alle richieste d’aiuto».
Ed è in questa empatia umana e solidale che il cardinale ha scelto di ricondurre l’impegno dei fedeli davanti alla crisi, perché sappiano combinare il contributo economico alla condivisione: «Il sostegno viene più spontaneo quando si cerca di assumere uno stile di vita diverso da quello del passato, più sobrio, essenziale, libero, sensibile, pronto ad andare incontro alle situazioni di emergenza». Solidarietà e sobrietà, la «combine» del cardinale, che in quest’ultima non vede un limite «ma un’energia che mi libera e mi spinge, se ho qualcosa e mi trovo a davanti a qualcuno che non ce l’ha, a percorrere un pezzo di strada insieme a costui».
Tettamanzi ha chiesto aiuto anche agli amministratori – sindaci presenti, prefetto, questore, forze dell’ordine – «perché si impegnino a favorire la libertà e suscitino la collaborazione di tutti per assicurare il bene comune».

s.bartolini

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