Non ci meritiamo tanto schifo

Avevamo una Costituzione, abbiamo un terreno di gioco dove centrodestra e centrosinistra stanno esibendo solo i propri muscoli. Avremo un Senato purché sia, non eletto, costoso e farlocco. Ci voleva un rottamatore per assegnare a Verdini, a Romani e a due belle statuine i gradi del padre costituente.

Abbiamo una disoccupazione spaventosa e un’economia in affanno, per nulla aiutata da politiche industriali ed economiche.

Abbiamo un’opposizione che finalmente si sottrae a quel consociativismo lontano parente delle larghe intese di questi tempi. Ma che non viene ascoltata dal Capo dello Stato perché ha mal di testa, come fosse una moglie ribelle e dispettosa.

Abbiamo un presidente del Consiglio che gioca a fare il leader senza averne la stoffa ma solo l’arroganza. E la faccia tosta di non rispondere alle sue stesse promesse.

Abbiamo presidenti di Camera e Senato senza alcuna preparazione tecnica e infatti si vede come stanno affrontando i passaggi chiave e delicati del dibattito politico.

Abbiamo un presidente della Repubblica che si conferma attore protagonista oltre il dettato costituzionale.

Abbiamo una classe politica di ladri di polli, affaroni e incapaci. Ma soprattutto inutile rispetto ai numeri che esprime.

Abbiamo una pletora di dipendenti, funzionari e dirigenti che hanno il coraggio di protestare per il tetto ai loro stipendi d’oro.

Abbiamo la ricchezza del Made in Italy e dell’essere italiani. Saremo presto preda di grandi speculatori. Per lo più stranieri perché gli italiani non hanno più voglia di rischiare preferendo l’usato sicuro delle ex municipalizzate, uova d’oro per gli altri non per i cittadini.

Avevamo una dignità. Avevamo sovranità. Avevamo un Paese che stava dritto davanti alle sfide globali. Abbiamo un’Europa figlia di logiche lobbistiche e speculative.

Avevamo un debito privato sotto controllo. Ora, con la favola del debito pubblico troppo alto, abbiamo un indebitamento privato che è sempre più una miccia sociale. Aprite gli occhi: perché le banche “troppo grosse per fallire” possono partorire indisturbate derivati e prodotti simili perché tanto lo Stato ripiana, mentre le casse dello Stato non possono generare un debito virtuoso, foriero di crescita economica? Un esempio? Turismo e banda larga. Sono uno spreco o un investimento?

Abbiamo storia e identità. Cultura e paesaggio. Sapori e creatività.

Non ci meritiamo tanto schifo.

Non ci meritiamo tanti sciacalli.

Quali speranze daremo ai nostri figli?

Gianluigi Paragone

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