I giovani giocano senza trucchetti. La vita è una bella forma di doping

Uisp varese - A scuola per educare le nuove generazioni sui corretti stili di vita

Decine di attività sportive, progetti, giochi, impegno. Ecco cosa sta alla base della Uisp, l’Unione Italiana Sport Per tutti. Insieme a qualcos’altro, non meno importante: i giovani.È Alessandra Pessina, addetta ai progetti nelle scuole, a raccontarci come la Uisp di Varese, riesca ogni anno a coinvolgere centinaia di bambini e ragazzi.L’ Einaudi di Varese è la scuole superiore coinvolta nel progetto «Positivo alla salute», dedicato in particolare alle classi seconde, improntato alla salute e ai corretti stili di vita,

passando per questioni di droga, di doping e inquinamento farmacologico.Il progetto è attivo da ottobre e avrà termine alla fine dell’anno scolastico. Gli incontri, venti distribuiti nell’arco dei sei mesi, sono stati suddivisi in una parte teorica, di introduzione, e una parte più pratica: «Siamo nel pieno della seconda fase – spiega Alessandra – l’idea è stata quella di far creare agli studenti una campagna di sensibilizzazione su questi argomenti, attraverso volantini, video o manifesti, dirette ai loro coetanei. Il tutto a partire da campagne ministeriali poco efficaci e di poca presa».L’obiettivo, infatti, è quello di lavorare non sul negare qualcosa ma, invece, sul creare delle alternative, mostrando i vantaggi e i benefici di un’esistenza sana.Gli sport proposti dall’associazione sono variati e anche lontani da quelli ‘classici’, sono più moderni e permettono a tutti di trovare una propria strada, una propria abilità, senza sentirsi in forse, o insicuri, o addirittura inferiori. Si parla di hip hop, di skate, di parkour o di circo.Il «Parkour» è una disciplina metropolitana piuttosto moderna, consistente nell’eseguire un percorso superando qualsiasi genere di ostacolo presente adattando il proprio corpo all’ambiente circostante, attraverso volteggi, salti, equilibrio, scalate, arrampicate e così via; Invece, quando si parla di circo non si intende quello tradizionale con i leoni, gli elefanti in tutù e i clown ma quello della giocoleria, dell’acrobatica, dell’aerobica, della coordinazione, dell’equilibrio, del movimento e del lavoro individuale come quello di squadra.Il circo è uno sport completo, i giovani ne sono molto affascinati e non è competitivo.Il clima è più rilassato e chi vi partecipa riesce a dare il meglio di sé mettendosi in gioco in una sfida personale che offre l’opportunità di crescere. Dall’idea del circo è nata nel 2013 una nuova associazione, «Va per strada», legata alla Uisp, grazie alla quale si organizzano, periodicamente, esibizioni di artisti che animano le vie del centro varesino. Per quanto riguarda i più piccoli, si sono appena conclusi nelle scuole elementari due progetti: il primo, «Il folletto giramondo», è rivolto alle prime e alle seconde, basato sulla multiculturalità e il rispetto dell’altro. Come insegnare tali principi? Naturalmente attraverso il gioco. Un viaggio virtuale nel mondo permette di sperimentare giochi tipici italiani e stranieri, integrando così culture apparentemente distanti, allontanando qualsiasi pregiudizio.Il secondo riguarda le classi quarte e quinte ed è stato suddiviso in tre fasi: diamoci una mossa, Ridiamoci una mossa e 1, 2, 3 mossa!, basate sullo sport, sul movimento e sul mangiare sano. Si cerca di coinvolgere anche i genitori dei bambini, in modo da poter prevenire quella che potrebbe essere l’obesità infantile e in modo di educare i bambini al movimento.I giochi proposti sono semplici e facili da praticare e da ‘riprodurre’ a casa, sia in gruppo che da soli. «Il gioco– conclude Alessandra – è linguaggio universale capace di eliminare qualsiasi barriera».