La chiesa di Crespi d’Adda. Riedizione e omaggio di un pioniere bustocco

Cristoforo Benigno Crespi e il suo amore per Santa Maria

Al centro della città ideale dell’industriale bustocco Cristoforo Benigno Crespi c’è una copia quasi identica del Santuario di Santa Maria di Piazza: il segno di affetto della famiglia verso la loro città di Busto Arsizio.

Crespi d’Adda, oggi nel territorio del Comune di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, è un patrimonio dell’umanità dell’Unesco che ha avuto la propria celebrazione internazionale ad Expo 2015, dove è stata inserita con un plastico nel suggestivo “Padiglione Zero”. Un villaggio operaio che rappresenta un autentico modello di città ideale: un interessantissimo, quasi perfetto, microcosmo autosufficiente dove la vita dei dipendenti, insieme a quelle delle loro famiglie e della comunità intera, ruotava, in un piano ideale di ordine e di armonia,

attorno alla fabbrica. Oggi, Crespi è diventata una vera e propria attrazione turistica. Ma quando a visitare il villaggio Crespi d’Adda è un bustocco, bè, è come sentirsi in una “piccola Busto”. Perché Cristoforo Benigno Crespi, l’illuminato imprenditore tessile cotoniero che a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento decise di costruire da zero una città-fabbrica sulla riva del fiume Adda, era un capitano d’industria bustocco.

Nato a Busto nel 1833, era il primogenito di Antonio Crespi, discendente di una famiglia di imprenditori tessili – detti “Tengitt” – di Busto Arsizio. E il vero punto d’orgoglio è la chiesa di Crespi d’Adda, singolare e sentitissima riedizione del santuario della Madonna dell’Aiuto di Busto, che la famiglia Crespi volle come perfetta copia di quella di Busto Arsizio di Santa Maria di Piazza. Un segno di affetto ma anche di ideale collegamento con la città da cui partì il pionierismo industriale della famiglia. La rivista “L’Edilizia Moderna” dell’ottobre 1894 riporta che “la riproduzione dell’edificio sacro di Busto Arsizio a Crespi d’Adda venne eseguita scrupolosamente tanto rispetto alla dimensione d’insieme che rispetto ai più minuti particolari architettonici e decorativi”. Secondo le cronache dell’epoca, l’idea ispiratrice della realizzazione a Crespi d’Adda di una copia, tale e quale, del tempio di Santa Maria di Piazza, fu di Pia Travelli, la signora Crespi. Fu costruita tra il 1891 e il 1893, con una pianta quadrata con un basamento in ceppo dell’Adda e culmina in un’ampia cupola ottagonale, circondata, nella parte esterna, da un loggiato ingentilito da colonnine in marmo. Le ricche decorazioni delle pareti interne ricalcano in modo pressoché fedele quelle della chiesa bustocca, e raggiungono l’apice nella cupola, nella rappresentazione di un cielo stellato in una notte serena.

L’unica significativa differenza rispetto al Santuario originale di Busto sta nell’aver tenuto «il piano del pavimento rialzato di circa settanta centimetri sul piano della circostante piazza, con l’aggiunta di uno zoccolo in ceppo del paese e di una scalinata in marmo di Verona in corrispondenza della porta della chiesa».