La specialità del Buon Ricordo. Ispirata a Vivaldi e a Uto Ughi

Il piatto del ristorante “I Cinque Campanili” avrà una scritta dedicata al cinquecentesimo anniversario

Il piatto del Buon Ricordo del ristorante “I Cinque Campanili” griffato con una scritta dedicata al cinquecentesimo del Santuario di Santa Maria.

È così che lo chef Antonio Pagani, titolare insieme alla moglie Caterina del celebre ristorante bustocco di via Maino, intende omaggiare la ricorrenza: «A partire da gennaio, e per tutto il 2017, collezionisti e clienti riceveranno un piatto celebrativo speciale in occasione dei 500 anni del Santuario di Santa Maria di Piazza, per valorizzare questo simbolo della città».

Il piatto da collezione, in ceramica di Vietri, viene regalato a chi sceglie di assaggiare la “specialità del Buon Ricordo”, i Cannelloncini dei Cinque Campanili, «ribattezzata “Sinfonia Bustocca” in quanto ispirata alle Quattro Stagioni di Vivaldi, cavallo di battaglia del violinista Uto Ughi, il più celebre fra i nostri concittadini.

È la rivisitazione dei cannelloni ripieni, un tempo immancabili sulle mense domenicali, che in funzione della stagione possono essere di pesce, di verdure o di carne». Il piatto riporta l’immagine della facciata di Santa Maria di Piazza, accompagnata da uno spartito musicale su cui si alternano note ed elementi gastronomici, e dallo stemma della città con le due “B”.

L’anno prossimo all’immagine del Santuario si aggiungerà una scritta dedicata ai 500 anni di Santa Maria. «Anziché mettere le didascalie del cibo come fanno molti, ho messo una Chiesa, esempio più unico che raro tra i cento ristoranti del Buon Ricordo – spiega Pagani, a conferma di un radicamento speciale nel tessuto bustocco – siamo anche l’unico ristorante ad avere sul piatto lo stemma della Città, approvato dal Consiglio comunale con apposita delibera nel 1984. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di valorizzare le nostre bellezze, e suggerire a collezionisti e clienti stranieri di visitare il Santuario, visto che siamo così vicini».

Ma il piatto ritrae il Santuario anche per un legame familiare: «Mia nonna sotto i vecchi portici della piazza Santa Maria aveva un negozio di lavanderia – racconta Antonio Pagani – io non ho fatto tempo a vedere la vecchia configurazione della piazza, quando davanti c’era tutto il porticato. Ma è un simbolo che utilizziamo anche sui menu, dove c’è la vecchia immagine dei portici e del Santuario, visto che uno dei “Cinque Campanili” storici, a cui fa riferimento il nome del nostro ristorante, era proprio quello di Santa Maria». E lo chef promette: «Cercheremo di coinvolgere gli amici del Touring Club per valorizzare la ricorrenza dei 500 anni».