Mauro Luoni paradigma di una Busto con un futuro

Cultura d’impresa - Occorre guardare anzitutto alle eccellenze che il territorio offre, valorizzandole al meglio

Mi accingo questa volta a impugnare la penna – sì, la penna – e poi a dettare al computer – sì, al computer – le note di questa nuova edizione de “La Provincia di Busto – La Busto del Futuro” con la commozione nel cuore. E un nome stampato nei neuroni, e insieme nelle cellule cardiache: il nome di Mauro Luoni. Per chi non lo sapesse Mauro Luoni è – e qui qualcuno che non crede all’eternità

potrebbe dire è stato – un uomo di cultura, e un uomo di impresa. Sì, cominciamo dall’impresa, perché un amante della cultura, un amante della musica, un amante delle lettere è stato, ed è, un uomo di impresa, dato che ha dedicato i suoi anni migliori, anzi sarebbe meglio dire tutti i suoi anni professionali, al servizio dell’ Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Un Unione degli Industriali in cui ha svolto un ruolo fondamentale ma non da palcoscenico, essenziale ma non da tribuno, importante ma mai sufficientemente sottolineato: ne è stato infatti il responsabile dell’ufficio stampa, ne è stato il responsabile della comunicazione, ed è stato, insieme con l’indimenticabile Antonio Colombo, il fondatore di “Varesefocus”, ed insieme il fondatore di una comunicazione fatta con tutti gli strumenti innovativi. Pare essere un segno del destino, o forse il segno di una sceneggiatura divina, che proprio con l’ultimo numero di “Varesefocus” di questa settimana inizi la nuova fase di comunicazione digitale del “Varesefocus” dell’Unione industriali della Provincia di Varese.
Ma torniamo alla figura emblematica di Mauro Luoni: uomo di impresa perché l’impresa vive. E vive di intelligenza, vive di atti d’amore, vive di coraggio, vive non sempre di visibilità ma sempre di quotidiana attenzione.
Mauro Luoni è ed è stato uomo di impresa e uomo di cultura, perché, da figlio di studi classici, attento ai valori della filosofia, della cultura, della musica, dell’arte, ha sempre saputo coniugare le esigenze del manifatturiero con la visione culturale che pone al centro l’uomo.
Pone al centro l’uomo “sapiens”, pone al centro l’uomo “faber”, sapendo che il lavoro, e la creazione di lavoro e di ricchezza, non rappresenta l’unico orizzonte dell’uomo, ma ne è un orizzonte fondamentale. Non è l’unico orizzonte dell’uomo, ma è essenziale per produrre ricchezza per sé e per gli altri. Non è l’orizzonte dell’uomo, ma è essenziale perché la società possa migliorare e guardare con speranza al futuro.
Mauro Luoni, uomo di cultura e di impresa: un uomo di cultura d’impresa. La stessa cultura d’impresa con cui noi vogliamo fortemente permeare le pagine de “La Provincia di Busto – La Busto del Futuro”, guardando alle eccellenze che il territorio di Busto Arsizio offre, come abbiamo già fatto nel numero di settimana scorsa. Ci riferiamo ad una cultura d’impresa che in nessun’altra città italiana come a Busto Arsizio, affonda le radici nella storia e che, nonostante i soloni delle grandi ricerche e dei convegni nazionali e internazionali dicano che la cultura dell’impresa familiare e la cultura d’impresa dei distretti faccia ormai parte del passato, si ostina ad essere d’esempio per garantire anche il futuro.

Ebbene, in questo numero troverete innanzitutto due esperienze e due testimonianze, eccellenze significative nella loro semplicità. Esperienze di famiglie, di persone che hanno saputo, iniziando da dipendenti, da apprendisti, da fornitori di lavoro per altri, lavorare e dare dignità al proprio lavoro e poi sognare di diventare imprenditori di se stessi e di altri lavoratori. Persone che hanno vinto la sfida. Quindi è possibile anche oggi questa sfida, nel secolo del digitale, nel secolo della finanza non sempre al servizio dell’uomo, nel secolo dell’impresa e della cultura d’impresa che va sostenuta, propagandata, servita.
Una possibilità concreta che è testimoniata dalle due imprese di cui oggi, grazie alla penna di Andrea Aliverti, conosciamo e conoscerete la storia e gli aspetti prevalenti e significativi. Sono due imprese nate dal desiderio di realizzazione di dipendenti che hanno saputo diventare imprenditori, nate dal desiderio di famiglie di costruire per sé e per gli altri un presente o un futuro migliore, nate dalla consapevolezza che solo facendo rete, servendo altre imprese e servendosi di altre imprese, si è competitivi nel mondo. Perché nessun uomo è ricco in una comunità povera e nessuna comunità è ricca se non fa distretto e rete: questo è il messaggio, la testimonianza, la verità che si tocca con mano e che si respira tra le vie della zona industriale di Sud-Ovest di Sacconago. Vie che portano nomi importanti, come quelli di Arturo Tosi e di Stefano Ferrario, ma soprattutto il viale dell’Industria.
Un’industria che non è funzionale a se stessa, e non è neanche funzionale alle proprie associazioni. Perché le associazioni hanno vita e avranno futuro nel momento in cui saranno al servizio di questi, e di tutti gli imprenditori. Imprenditori che hanno sfidato il passato, che hanno creato un miracolo economico. Ma soprattutto gli imprenditori che sfidano il presente e sognano per sé e per i propri figli, oltre che per altre persone più o meno giovani, un futuro fatto di lavoro. Un lavoro che non è l’orizzonte dell’uomo ma che è elemento di realizzazione della vita di sé e degli altri. Ancora due testimonianze e ancora una riflessione: anche ad agosto non andiamo in ferie, perché siamo al servizio della cultura di un Paese. Un augurio, un auspicio e un grazie, anche nel nome di Mauro Luoni, per l’associazionismo, per l’impresa, per la cultura.