Bebe, Margherita gli altri. Emozioni vere

Artisti, campioni dello sport, amici: si sono ritrovati a Roma per “Giochi senza barriere”

Prima Mogliano Veneto, poi Milano che sembrava già un gran salto e infine l’anno scorso a Roma per l’ennesima scommessa da vincere. Ma i “Giochi senza barriere” dell’associazione art4sport a Roma non sono solo arrivati, ci sono rimasti. Preparazione e giochi hanno riempito due notti e un giorno con immagini e storie che restano. Sul ponte di comando Ruggero e Teresa Vio genitori dell’Universal Bebe, ai remi una squadra con la spina dorsale rigorosamente made in Mogliano Veneto che nel corso delle sette edizioni ha reclutato anche tecnici professionisti all’altezza dei giovanissimi ambasciatori dell’associazione sempre più numerosi, sempre più protagonisti nello sport e nella vita di tutti i giorni, determinati a crescere abbattendo barriere, imparare, giocare. Sul prato dello Stadio dei Marmi sono arrivati in tanti, in tribuna anche.

Artisti e campioni dello sport hanno capitanato le squadre in gara in rappresentanza di otto regioni. La vittoria l’ha conquistata il Veneto ma la classifica è l’ultimo aspetto di un evento che sta cominciando adesso a raccogliere quanto ha saputo seminare negli anni in tema di integrazione, opportunità, conoscenza, scambi d’esperienza e progetti. Ogni anno sono arrivate famiglie in cerca di qualcosa, principalmente risposte, per diventare l’anno successivo punti di riferimenti per altre famiglie. Una rete virtuale che in poco tempo ha permesso a tre ragazzi di realizzare il sogno di una partecipazione alle Paralimpiadi come Bebe e Emanuele Lambertini nella scherma e addirittura due, una invernale e una estiva, Veronica Plebani nello skiboard e kayak. Luci che illuminano la strada di chi sta arrivando come Margherita Borsoi nel taekwondo, Lollo Marcantagnoni e Riky Bagaini nell’altletica.

Insomma, la macchina è in moto e viaggia a pieno regime promettendo nuove emozioni sull’onda lunga di Rio 2016 che ha lanciato in orbita la piccola art4sport di Mogliano Veneto diventata grande. Storie nella storia della serata romana quale della piccola Vittoria, in tribuna con la mamma e il nonno, anche loro trevigiani. Genitori per nulla rassegnati ad arrendersi ad una diagnosi che voleva la loro figlia ridotta ad uno stato vegetativo o nell’ipotesi più

bella appoggiata ad un deambulatore. Prima una telefonata alla mamma di Bebe, poi l’occasione colta al volo di una gita sulla neve per conoscere l’associazione varesina Freerider che insegna lo sci da seduti, occasione d’incontro con altri genitori, opportunità per un cambio di marcia che cancella dubbi e paure. Un passa parola benefico dove se per caso ti convinci di aver fatto del bene trovi sempre qualcuno che ti fa capire quanto invece si riceve.

Un privilegio viverlo, un delitto non alimentarlo, un dovere raccontarlo.