Contatti e speranza per il futuro. Sussurri (e malumore) tra il pubblico

Nessuna ufficialità, ma tra i tifosi del Varese filtrano alcuni nomi. A fine partita il “saluto della discordia”

In tutta la stagione, un Franco Ossola così non si era mai sentito, vissuto.

Non è un caso, perché quando il Varese gioca da Varese – coraggio, energia, grinta, volontà – il pubblico di Masnago spinge con foga e forza, riempie di fischi chi si mette tra lui e la vittoria (ieri nel mirino un arbitraggio pessimo), applaude convinto anche se in cassaforte ci entra un solo punto. Non è un caso, anche e soprattutto per il momento critico che si sta vivendo a livello societario: nelle difficoltà il pubblico biancorosso non si tira mai indietro, chiede novità, ipotizza soluzioni, si mette in mostra facendo capire che qui si può fare calcio vero, partecipato, pieno di passione.

Fatte le premesse, ci si addentra nei dettagli. Registrando, al termine di una partita vissuta con grinta e passione in tribuna e tra i distinti, un malcontento in crescita da qualche tempo a questa parte e ieri sfociato in chiare lamentele.

La partita è finita, le squadre si salutano, poi il Varese si dirige verso la parte dei distinti occupata dagli ultras. La squadra non è al completo, perché alcuni giocatori al fischio finale hanno subito raggiunto gli spogliatoi; giocatori che, un paio di minuti più tardi, riemergono dal tunnel che conduce nella pancia del Franco Ossola, lasciando intendere una (ri)chiamata all’appello.

Un gesto non accolto con favore dal tifo moderato, che lamenta da qualche tempo come questo saluto venga rivolto ai soli ultras e non a tutto il pubblico presente. Un gesto che risulta ancora più sgradito visto che da qualche tempo (dalla contestazione di Voghera) la Curva, pur presente, non è granché partecipe – di certo, non come ha abituato negli anni scorsi – delle sorti dei biancorossi in campo. Un fatto accaduto anche ieri, con i (pochi) cori della Curva scanditi quasi esclusivamente nel ricordo di Gabriele Sandri, l’ultras della Lazio di cui ricorreva il decennale della morte, arrivata nel 2007 in un autogrill vicino ad Arezzo per un colpo di pistola esploso dall’agente Luigi Spaccarotella dalla piazzola opposta dell’autostrada.

Un passo indietro, al fischio d’inizio, dando uno sguardo alla tribuna dove prendono posto, oltre a tifosi illustri come Sarah Maestri (che ha rappresentato il Varese al Bindun Golden Awards a Milano, una serata dedicata alla beneficenza) e Giorgio Scapini, anche tanti addetti ai lavori: Roberto Simonini e Davide Raineri, presidente e direttore sportivo dell’Inveruno impegnato oggi contro il Como; Max Di Caro e Marco Spilli della Varesina, ex giocatore (e futuro ds?) il primo ed ex allenatore il secondo; Gaetano Paolillo, ex patron del Legnano e storico agente (su tutti, del milanista Kakà), che a fine partita si è intrattenuto in un lungo dialogo con Andrea Repossi, ieri – come spesso accade – tra i migliori dei biancorossi.

Dopo l’assenza a Olginate, rientra al suo posto anche Paolo Basile: il proprietario del Varese è apparso sorridente, con ogni probabilità per alcuni interessi raccolti da Eugenio Piccolo (già entrato in contatto con il Varese nel 2015, quando rappresentò Sandro Zangari nella trattativa, poi abbandonata dall’ex Pro Sesto prima e Carrarese poi, per ripartire dalla Serie D dopo il fallimento), l’avvocato scelto per valutare e discutere delle proposte e dei progetti in arrivo per garantire il futuro societario.

Nessuna ufficialità su chi siano i (nuovi) potenziali interessati, ma alcuni sussurri e bisbigli tra i tifosi.

Due i nomi in circolazione: il primo è quello di Stefano Tacconi, con cui una trattativa sarebbe però complicata dal fallimento che l’ex Juve ha vissuto come presidente del Varese nel 2004; il secondo è quello della famiglia Tesoro, che dopo le non particolarmente felici esperienze a Busto Arsizio (’09-’10) e Lecce (’12-’15), e il contatto non andato in porto con Aldo Taddeo quest’estate, potrebbe essere ancora interessata a ributtarsi nel mondo del calcio.

Sullo sfondo resta poi Pietro Vavassori. I contatti ci sono stati ma, come noto, la pista si è raffreddata; l’ex patron della Pro Patria, “scottato” da quanto accadde a Busto Arsizio quando si sentì lasciato solo dopo le speranze non concretizzate di un pool locale a supporto, cerca un progetto condiviso con il territorio (si legga: gli imprenditori del territorio) per dire sì ad un eventuale sponsorizzazione importante.

Novità attese (e necessarie) già in questa settimana e al massimo nella prossima: oltre agli oneri pregressi a cui ottemperare (verso alcuni fornitori e, anche, giocatori della passata stagione) servono importanti risorse per condurre in porto la stagione di Prima Squadra, Settore Giovanile e Scuola Calcio.