Contestazione. Altra sconfitta, i tifosi esplodono

Varese battuto anche dall’Oltrepovoghera. Un gran primo tempo, la reazione all’1-0, il nulla dopo il 2-1 con l’uomo in più: i biancorossi sprofondano in classifica e al fischio finale ultras e tifo moderato schiumano di rabbia

Siamo alle solite, purtroppo. La trasferta di Voghera si conclude con la squadra sotto la curva a chiedere scusa e mister Salvatore Iacolino insultato e a rapporto (!) con gli stessi tifosi fuori dagli spogliatoi.

Per il Varese sul campo dell’Oltrepo arriva la quarta sconfitta in sette partite di campionato, con la vetta che si allontana ed è ora lontana dodici punti.

Poteva andar peggio? Non è mica finita: al termine della partita, gli ultras hanno raggiunto l’imbocco degli spogliatoi e lanciato improperi contro l’allenatore Salvatore Iacolino e il direttore sportivo Alessandro Merlin. “Ufficiale gentiluomo”, lo stesso Iacolino ha chiesto e ottenuto un confronto con gli ultras, difendendo la squadra e le sue ragioni, senza che si alzassero particolarmente i toni.

Normale no, ma era prevedibile che l’ennesima sconfitta di questo mesto inizio di stagione facesse sconfortare i tifosi, e così è stato. La diagnosi perfetta del match arriva dalle parole quasi inconsapevoli di Andrea Balestra, allenatore dell’OltreVoghe: «Abbiamo corso di più tirando fuori la qualità che si supponeva fosse un’arma in più del Varese. In campo contro di noi ho visto bravi giocatori, che non erano però squadra».

Il succo sta tutto qui: il Varese in realtà non avrebbe meritato di perdere, per quanto prodotto, però ha trovato di fronte a sé una squadra solida, compatta, umile, che ha trasformato le uniche due vere occasioni, se così possiamo chiamarle, che ha avuto a disposizione.

Al Varese è mancata cattiveria, concentrazione, voglia di vincere: «la qualità non basta se non c’è grinta», sono parole pronunciate da mister Iacolino ad inizio stagione. Erano vere ieri e oggi più che mai.

Tradito anche dal suo capitano Michele Ferri, autore di una prestazione di una indolenza quasi fastidiosa, il Varese non ha saputo sfruttare gli ultimi venti minuti di partita in superiorità numerica, affidandosi alle scorribande dei soli Repossi e Careccia.

Sostiene Merlin, che «noi siamo il Varese e non possiamo permetterci di andare sotto in cinque partite su sette in campionato. Non possiamo permetterci di regalare tutti questi gol, la mentalità va cambiata, la maglia va onorata. O riusciamo a migliorare la fase difensiva oppure il problema si fa grave».

Sostiene Merlin, dicevamo, perché a mister Iacolino non è stata data la possibilità di parlare per la seconda domenica di fila, «per lasciare lui e la squadra tranquilli».

Uno sguardo alla partita. In un primo tempo in cui il Varese poteva trovarsi avanti almeno di due reti, è l’OltreVoghe a bivaccare con il gol di Romano in chiusura di tempo.

Eppure prima Longobardi (5’, parata di Cizza), poi due volte Molinari (6’, palo; 27’, corsa in campo aperto e diagonale di poco out) avevano avuto sul piede destro l’occasione di siglare il gol del vantaggio biancorosso.

Invece l’1-0 dei padroni di casa è paradossale e allo stesso tempo descrive alla perfezione la giornata del Varese: su un cross di Aramini, il biancorosso Rudi devia di destro verso la propria porta colpendo in pieno l’incrocio dei pali e sulla ribattuta Romano di testa è più lesto di tutti (in particolare di Arca e Ferri) a far gol.

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, è il terzo principio della dinamica ed è anche la prima risposta del Varese nella ripresa: dopo due minuti Careccia apre su Repossi che spara sul portiere di forza e sulla respinta Longobardi è nel punto giusto per insaccare il pareggio a porta vuota.

L’inerzia della partita vorrebbe dunque un Varese pronto ad una ripresa quantomeno più concreta, ma accade il contrario. Al 27’ Romano approfitta di una dormita di Ferri su azione di corner e riporta avanti l’OltreVoghe.

Quattro minuti più tardi i padroni di casa restano in dieci uomini per l’espulsione di Chimenti (ineccepibile da regolamento nonostante gli starnazzi del pubblico), ma il Varese non produce altro che qualche cross fuori misura (o basso…) e nessuna vera occasione. Finisce con il tifo in rivolta e con gli insulti gratuiti a Iacolino, che comunque, sostiene Merlin, «è confermatissimo sulla panchina del Varese».

Cizza; Allodi, Di Placido, Bettoni; Colombini (Guasconi dal 51’ st), Maione (Belluzzo dal 37’ st), Chimenti, Bertelli (Monopoli dal 1’ st), Aramini; Romano (Pozzi dal 45’ st), Bondi (Tresca dal 34’ st). A disposizione: Baldaro, Zhury, Brega, Di Palma. All. Balestra.

Bizzi; Careccia, Rudi, Ferri, Arca; Rolando (Bruzzone dal 46’ st), Monacizzo (Magrin dal 34’ st), Battistello (Melesi dal 38’ st), Repossi; Longobardi, Molinari (Lercara dal 19’ st). A disposizione: Frigione, Simonetto, Granzotto, Zazzi. All. Iacolino.

Votta di Moliterno (Tomarchio di Ravenna e Cappelli di Lugo di Romagna)

Spettattori: 1000. Espulso: Chimenti al 31’ st per somma di gialli. Ammoniti: Monopol, Bondi e Tresca. Angoli: 4-3; fuorigioco: 2-0; tiri (in porta): 9 (4) – 16 (9); falli: 18-7; recupero: 0’ + 6’.