Coraggio, un punto. Ora per il derby un gesto d’amore

A Borgaro il Varese fa 1-1. Domenica a Masnago arriva il Como per la partita delle partite: il Franco Ossola sogna (e merita) un abbraccio di tutta la città

Un punto strappato in fondo, con coraggio e un pizzico di fortuna. Un punto raccolto sul campo di una neopromossa, quadrata e battagliera, dove in tanti (Iacolino dixit) faranno fatica. Un punto che può andare bene così, perché alla prima non è mai facile. Un punto che è meglio di zero, perché (anche) così si vincono i campionati.

Un punto che rimanda tutto al giorno dei giorni, il più atteso, sentito, desiderato, sognato, temuto: domenica 10 settembre, stadio Franco Ossola, ore 15. Il derby: Varese-Como.

Come ci arriva il Varese? Da squadra che può, sa di potere ma ancora deve trovare il come con continuità. Soprattutto sui campi difficili, e quello di Borgaro è stato solo il primo: stretto il rettangolo verde; compatto, pratico, tignoso l’avversario. Avversario che combatte con umiltà, chiuso dietro e battagliero davanti, pronto a sfruttare una minima disattenzione, preparato per attaccare e dar fastidio ai punti di forza biancorossi (ieri Magrin, un filo sotto tono e braccato anche nella sua metà campo).

Il Varese ci ha provato: è arrivato diverse volte nei 25/20 metri ma lì non ha trovato la giocata. Ha calciato da fuori tanto, come da richiesta del mister, senza però trovare il bersaglio: il dato, a fine gara, è di soli 4 tentativi nello specchio a fronte di 17 conclusioni.

Ma, soprattutto, il Varese non è andato sotto: e poteva succedere. Perché quando al quarto d’ora della ripresa il Borgaro ha infilato la porta di Bizzi, la salita è diventata sempre più dura, fino a diventare quasi impossibile nei minuti finali. Una sconfitta però, non la voleva nessuno. Né Iacolino, che sul non perdere ci costruisce le vittorie dei titoli; né la squadra, che non si è tirata indietro nonostante la fatica e le difficoltà; né i tifosi: che hanno invaso pacificamente Borgaro e, anche se forse si aspettavano di più, hanno spinto il Varese al pareggio.

Tifosi che, soprattutto, hanno in testa solo il giorno dei giorni; il guanto di sfida è stato lanciato («Chi non salta un comasco è! Chi non salta un comasco è!») e insieme c’è un invito a tutta la città: domenica c’è Varese-Como, il derby.

I colori biancorossi meritano un gesto d’amore: ci vediamo al Franco Ossola.

In tribuna c’è una rappresentanza di tifosi locali, il resto è marea biancorossa. Al loro posto il vicepresidente Basile, il socio Russo, il direttore Merlin, il dirigente Frontini: manca solo il presidente Taddeo.

Nel settore ospiti prendono invece posto i ragazzi della Curva, che salutano subito i cugini comaschi come conviene. Il Varese, in maglia rossa Fuck The Cancer (in tribuna c’è papà Gibe, che presto vedrà andare all’asta queste magliette per un ulteriore dono alla Fondazione Ascoli), reclama subito un rigore con Longobardi (1’): l’arbitro dice no. Zazzi calcia alto dal limite (7’), Molinari non trova la porta (11’), poi il Borgaro spaventa su schema da corner (15’): super Bizzi ci arriva con la punta delle dita e salva con l’aiuto del palo.

I padroni di casa restano compatti, il Varese si schiaccia un po’ troppo ingolfando gli spazi. Un paso doble con botta di destro alta di Rolando (35’), una sbucciata di testa di Zazzi (36’), un girello su punizione di Molinari preda di Galante (41’) e poco altro: è 0-0 all’intervallo.

Al cambio campo, c’è un Varese più intraprendente ma un filo disattento: Magrin, al 5’, è costretto a prendersi un giallo su una ripartenza. Un colpo di testa debole di Longobardi (7’), un cross di Rolando risolto dal Borgaro (9’) e nell’aria si sente profumo di gol. Che arriva, sull’angolo seguente, ma che viene annullato (10’): cross di Rolando, Molinari inzucca ma l’arbitro chiama… qualcosa che non concede lo 0-1. E, quel che è peggio, toglie concentrazione al Varese. Che non interpreta bene il (discutibile) metro arbitrale e, con Simonetto, offre una punizione dai 25 metri al Borgaro (15’): Parisi va a giro, Bizzi tocca ancora, stavolta il rimpallo sulla traversa resta lì e Ignico lo spinge dentro grazie all’immobilismo biancorosso.

1-0, colpo duro accusato dal Varese, un po’ di caos e difficoltà a bucare il Borgaro, ora più che mai schierato a testuggine.

Repossi entra (19’), accelera ma sbatte contro il muro, Longobardi spara in cielo l’occasione migliore (25’). Spazio anche a Lercara e Monacizzo (32’) ma di pertugi non ce ne sono.

Passano i minuti, i tifosi di casa cantano «Borgaro! Borgaro!» pare finita.

Ma c’è chi dice no (93’): cross lunghissimo dalla trequarti sinistra di Granzotto che piove in area e sembra affare di Galante, mentre dalla parte opposta Careccia sgomma buttandosi dentro l’area, alla disperata, e spicca il volo; il portiere di casa buca incredibilmente e alle sue spalle il coraggio biancorosso viene premiato con la zuccata che vale l’1-1.

Un punto strappato, che è meglio di zero, che può andare bene così. E che rimanda tutto al derby dei derby.

: Galante; Multari (Gai dal 33’ st), Grillo, Ignico, Benassi; Zanella, Del Buono; Pagliero, Pasquero, Sardo; Parisi (Begolo dal 47’ st). A disposizione: Doda, Ghiggia, Consiglio, Soldano, Gueye, Edalili, Menabò. All. Russo.
: Bizzi; Careccia, Simonetto, Bruzzone, Granzotto; Palazzolo (Monacizzo dal 32’ st), Magrin, Zazzi; Rolando (Lercara al 32’ st); Longobardi, Molinari (Repossi dal 19’ st). A disposizione: Frigione, Arca, Zecchini, M’Zoughi, Melesi. All. Iacolino.

: Panozzo di Castelfranco Veneto (Torresan di Bassano del Grappa – Albertin di Padova).- : Spettatori: 700. Careccia e Magrin (V); Ignico, Galante e Sardo (B). angoli: 4-6; fuorigioco: 2-0; tiri (in porta): 8 (5) – 17 (4); falli: 13-17; recupero: 2’ + 6