«Così non posso fare la differenza. Mi dispiace per i tifosi. E per Basile»

Diego Foresti si è dimesso da direttore generale del Varese: «Visioni diverse, lascio spazio agli altri per le decisioni»

Un fulmine a ciel sereno. Nel tardo pomeriggio di ieri, il Varese ha comunicato le dimissioni dalla carica di direttore generale da parte di Diego Foresti: finisce così – dopo 40 giorni e a 6 dall’inizio del campionato – la sua esperienza in biancorosso.

Un’avventura durata poco che si conclude con dispiacere: «Ho avuto, a livello personale, seri problemi di ambientamento – spiega Foresti, disponibile a chiarire la sua decisione – Il Varese Calcio in questo momento non ha bisogno di un direttore generale, perché il direttore generale non era in linea con le strategie del presidente. Se mi sono scontrato con Taddeo? No, ma sicuramente abbiamo visioni diverse, sia a livello sportivo che umano».

Un problema di compatibilità o di scelte? «Un mix di cose. Io sono abituato a fare la differenza se ho l’entusiasmo giusto: purtroppo questo è venuto a mancare per alcune decisioni, ho fatto fatica ad ambientarmi e ho concluso che piuttosto di rubare soldi a una società che non merita ciò preferisco fare un passo indietro».

Foresti prosegue e chiarisce ulteriormente: «Non mi sentivo più utile per questa società e siccome sono una persona seria e un professionista, non ritengo giusto lavorare perché mi pagano ma perché devo fare la differenza e dare qualcosa in più: non riuscendo a farlo mi sono ritenuto libero e ringrazio la società che ha capito il mio problema e mi ha lasciato libero».

All’ormai ex dg dispiace che l’avventura si sia conclusa: «Mi dispiace infinitamente: arrivavo dal Como ma i tifosi del Varese mi hanno accolto con rispetto, soddisfazione ed entusiasmo. Per questo dico grazie e gli auguro ogni bene per questa stagione. Dico grazie a loro e ringrazio molto Paolo Basile: una persona vera, leale, di uno spessore umano enorme. Se oggi il Varese è una squadra veramente forte e consolidata è soprattutto merito suo: lo ringrazio, ancora, di cuore, perché mi è stato vicino in questo mio piccolo dramma sportivo: abbiamo discusso questa cosa per ore intere. Grazie anche a tutto lo staff dell’ufficio, con cui si era già creato un grande gruppo: Chicca Bianchi, Federica Rogato, Roberto Bianchi e Edoardo Russo, una persona molto educata e intelligente: come socio del Varese sarà una risorsa importantissima».

Tra i tifosi del Varese la notizia ha creato dispiacere e anche preoccupazione: «Se cambia qualcosa al Varese dopo il mio addio? – risponde Foresti – No, perché ci sono professionisti seri e questo può davvero essere un anno di rinascita, si a livello dirigenziale che sportivo. C’è un grande gruppo e questo sarà un anno importante: la mia decisione non deve intaccare il lavoro straordinario di questi due mesi da parte dello staff tecnico. Io però

non mi sentivo più utile per questa società: per me l’entusiasmo è essere tutti sulla stessa linea, è poter fare cose apprezzate da chi lavora al tuo fianco e da chi comanda. Già il fatto di non essere riuscito a portare nessun giocatore in grado di fare la differenza per me è una sconfitta, anche se la squadra a oggi è completa e può fare un ottimo campionato. Forse manca il “benedetto” centrale difensivo che mister Iacolino richiede da parecchio tempo, spero possano trovarlo e completare la rosa: un gruppo fantastico, fenomenale; il ds Merlin ha fatto un ottimo lavoro costruendo una squadra all’altezza. I ragazzi dovranno essere bravi a riportare sempre più gente allo stadio, sono convinto che faranno bene e arriveranno all’obiettivo prefissato».

Foresti conclude: «Il rispetto dei ruoli, in tutte le aziende e soprattutto nel calcio, è fondamentale. Gli ultimi giorni qui mi hanno fatto pensare: “Perché continuare qui”? Sono un uomo di una volta, non un approfittatore. Il mio cavallo di battaglia è l’entusiasmo, che mi fa fare la differenza: venuto a mancare, lascio spazio agli altri di prendere decisioni».

Il dirigente bergamasco rimarrà nel mondo del calcio (e le voci che hanno subito iniziato a rincorrersi lo vorrebbero vicino alla Viterbese): «Prima di venire a Varese avevo delle altre proposte ma ho scelto questa scommessa, anche per stare vicino alla mia famiglia, mia moglie e la mia bimba di 7 anni. Purtroppo questo potrebbe cambiare le carte in tavola, ma da oggi sono un dirigente libero: la mia vita è il calcio e continuerò a farlo».

Nel comunicato stampa la società biancorossa augura le «migliori fortune personali e professionali» a Foresti.

Nonostante la frase ufficiale già divulgata, il vicepresidente Paolo Basile, pur con rammarico, tiene ad aggiungere: «Mi dispiace, perché perdo la quotidianità di un professionista serio che ho imparato ad apprezzare in questo mese di lavoro: però, davanti a scelte personali e umane faccio un passo indietro». Sarà un problema per la società? «No, perché è stato costruito un gruppo di lavoro solido e importante che può continuare a dare il massimo. Dispiace solo arrivi a sei giorni dal campionato e questo turbi l’ambiente: ma noi, all’interno, sappiamo di poter proseguire nel migliore dei modi».