«Giocatori senza casa, pasti e benzina. Così il Varese muore nell’indifferenza»

Le parole di Enzo Rosa su Facebook

Alle 21.45 esplode anche Enzo Rosa: il fondatore affida a Facebook la sua rabbia dopo lo sfogo di mister Baiano.



Adesso finitela! Adesso se ancora non l’avete capito aprite gli occhi.

Lo sfogo di Baiano è proprio questo. E mi ero chiesto fino a quando avrebbe proseguito, nella finzione a fin di bene, di ripetere che “la squadra pensa solo al campo e non a ciò che accade fuori”.

Una squadra non può pensare al campo se nel giorno in cui deve prendere lo stipendio chi lo deve pagare si dà alla fuga, se alcuni giocatori vengono sfrattati dagli appartamenti per affitti non pagati da mesi, se Gucci da 10 giorni parcheggiato in un Hotel vede evaporarsi chi lo ha ingaggiato e con esso la possibilità di un alloggio, se Grillo viene messo alla porta dal padrone di casa e viene parcheggiato anch’esso in Hotel.

Se uno tra i più giovani deve lasciare l’auto ferma perché non ha i soldi per la benzina e se la trattoria con cui c’è la convenzione non eroga più i pasti. Se altri giocatori assistono alla processione dei creditori, al rifiuto della Morandi di rendere disponibile il pullman anche pagandolo in anticipo. Se leggono comunicati stampa con “dimissioni irrevocabili” e “remissione delle quote” con ringraziamenti a staff, tifosi, e pure agli steward,
con auguri al proseguo del campionato, costringendo chi resta ad ottemperare a ciò a cui loro avrebbero dovuto ottemperare. “Ambiente ostile” anzi “una certa stampa ostile” quando se veramente ci fosse stata una stampa ostile non avrebbe permesso loro un dietrofront così sfacciato e il persistere di una situazione scientificamente attendista che fa comodo perché cosi “la minoranza” nel frattempo tampona di tasca propria quanto “la proprietà” omette da sempre di fare.

Le parole di Baiano non devono stupire. Stupisce che siano dirette a chi inerme assiste alle schermaglie senza schierarsi, senza capire che non è come assistere ad una partita di calcio stando sugli spalti.

Questa è la partita della vita per il Varese.
Ancora una volta, di fronte a ciò che ci sta uccidendo nella totale indifferenza.

Il nostro non è uno squadrone che può stravincere il campionato e l’abbiamo capito tutti. È una squadra con molte pecche, con scelte e tempistiche opinabili, per qualcuno sciagurate, ma composta da bravi ragazzi che per stare in alto devono dare tutto ciò che hanno.

Devono allenarsi duramente, concentrarsi fino in fondo. Come può farlo solo chi finite le due ore d’allenamento ritorna alle prese con ciò che gli permette di avere una vita normale. I soldi del tuo stipendio, la tua casa, la certezza di ciò che sarà. Questi ragazzi ora non hanno tutto questo. Se l’avessi detto io sarebbe stato strumentale, oggi l’ha detto Ciccio. Ecco, aspettiamo ancora di capire…