«I sogni si realizzano. Se lo vuoi»

Simone “il Pampa” Moretti traccia la strada biancorossa: «Equilibrio e volontà: così si può»

Per raggiungere un sogno servono il coraggio di desiderarlo, la forza di prenderlo, la voglia di meritarlo. Così ha fatto Simone Moretti, che ne ha realizzati due – tornare a vestire la maglia biancorossa, la più bella che c’è, e segnare per lei – e, insieme a tutto il popolo biancorosso, vuole coronare anche il terzo. Il più importante.

In questi giorni di preparazione abbiamo spinto forte, per mettere tutta la benzina possibile che ci porti fino in fondo. Nessuno si è risparmiato: questo gruppo, ancora una volta, ha dimostrato di avere voglia di lavorare e soffrire insieme.

titolo: cosa serve?

Per esperienza dico sicuramente equilibrio, dentro e fuori dal campo: dobbiamo essere bravi a trovarlo e mantenerlo. Impossibile poi prescindere dalle qualità di ognuno e, soprattutto, dalla voglia di lottare per l’obiettivo: la voglia fa la differenza.

Lo conosco e conosciamo molto bene. Una squadra che gioca la serie D per vincere, guidata da un allenatore, Iacolino, che sa come si fa: se vinci così tanto (il tecnico del Cuneo ha trionfato in serie D per 8 volte, ndr) non è certo per caso. Questa è una sfida importantissima, non decisiva perché manca molto alla fine. Forse per loro sì, perché se le cose per noi andassero… benissimo, per loro sarebbe tutto più complicato.

No, certo. E, anche se conta molto meno delle altre, ne ho anche una personale. Nel 2014-2015 Iacolino e il suo Cuneo vinsero il campionato proprio davanti ai miei occhi, a Caronno Pertusella: che rosicata…

Il Chieri ha qualità ed è allenata da anni dallo stesso allenatore (Vincenzo Manzo): “il lavoro paga” è molto spesso una frase fatta; ma quando lavori per tanti anni con un tecnico capace il lavoro paga sul serio. Poi conosco benissimo la Caronnese che sta dando quanto pensavo: tutti speriamo di no, ma sarà in battaglia fino in fondo.

L’esordio con la Varesina è stato emozionante. E l’8 dicembre sarà sempre un giorno da ricordare: sono entrato sull’1-1 con il Gozzano che aveva appena pareggiato, noi stavamo spingendo e creando. Abbiamo segnato il 2-1, poi ho buttato dentro il 3-1 (la partita si concluse poi 3-2, ndr) con fortuna e bravura. Un gol sotto la Curva Nord: un altro sogno realizzato. Bellissimo.

Sì, tantissimi. Ho girato tante squadre del territorio, ma al Varese non ero mai tornato e questo mancava a me e al mio gruppo di amici, che siamo tutti varesini. Un momento felice per tutti. Ma già dimenticato: adesso l’obiettivo è uno solo…

Col gruppo mi trovo molto bene: sono tutti ragazzi bravi, disponibili, che hanno voglia di soffrire e lavorare per un obiettivo comune. Questo ci lega tantissimo. Conoscevo già Calzi, ma ci è voluto poco a trovare affinità anche con gli altri. Baiano sa cosa vuole e, pur parlando poco, è molto carismatico.

Mi piace parlare sul campo, dare l’esempio con l’atteggiamento.

Mauro Borghetti: per il carisma, il modo in cui si rapportava ai giovani, la leadership verso compagni con carriere importanti alle spalle. L’esempio del capitano di una squadra.

Sheva… Devo aggiungere altro?

Di certo me l’ha trasferita papà Massimiliano. E in più sono del 1983: la mia generazione, il pomeriggio, giocava tutto il tempo a pallone. Sono cresciuto a Viggiù: si giocava in oratorio, nel prato davanti a casa, ovunque. Comunque mi piace anche il basket: per l’NBA ho una passione esagerata. E sono anche un discreto giocatore…

Ne ho almeno 25 paia, di tutte le marche. Sono un sentimentale nella vita, ma non sulle scarpe: la realtà è che non mi sembra di averne mai abbastanza.

Il Cobra me lo affibbiò un giornalista svizzero. Il Pampa invece i compagni a Renate, dove ho giocato tanti anni salendo anche dalla serie D alla Lega Pro: ci sono molto legato. E potrebbe portare bene anche adesso…

Vittoria. Con un gol? Sì, dai…