«Il Varese ha bisogno di ritrovare credibilità, con un progetto serio il Comune sarà garante»

Il vicesindaco Zanzi a cuore aperto: «Un patrimonio della città da difendere: pronti ad accogliere le proposte»

Da tifoso, da vicesindaco, da cittadino che ha fortemente a cuore le sorti del Varese: Daniele Zanzi a cuore aperto ci parla dei biancorossi, di cui è tifoso fin da ragazzo e per cui è puntuale ogni domenica sugli spalti del Franco Ossola. La società vive un momento delicato, l’ennesimo di queste ultime travagliate stagioni, e anche il Comune di Varese proverà a far valere il proprio appoggio nelle trattative per il passaggio della proprietà a eventuali nuovi imprenditori. Il primo commento sulla situazione è abbastanza laconico.


Qualcuno è rimasto con il cerino in mano, la situazione è confusa per tutti e non è semplice interpretarla. Resto convinto che il Varese sia un patrimonio di tutta la città, ha oltre un secolo di vita, e come tale va difeso. Sarebbe un delitto buttare tutto a mare. Non voglio ascoltare le malelingue che dicono che dovremmo ripartire ancora più in basso della Serie D, però in questi anni ne abbiamo viste davvero troppe: dall’ex avvocato che lancia proclami, dal libanese che si affaccia dal balcone di Palazzo Estense fino al pallanuotista che scappa, a Taddeo che entra e esce. Al Varese serve credibilità, perché dopo queste disavventure diventa anche difficile avvicinare gli imprenditori locali.


In quanto amministrazione, noi siamo pronti a fare da garanti di un progetto serio, ma siamo anche disposti a trovare contatti, ad avvicinare investitori locali. La faccenda è pesante, ma dobbiamo evitare che il Varese non arrivi alla fine del campionato. Il rischio c’è, però io sono ottimista. Come dicevo, è questione di credibilità: il Varese ha subìto una caduta d’immagine molto grossa e nessuno si avvicina senza le necessarie garanzie. L’amministrazione può essere garante ma non può aprire il portafoglio e ripianare debiti, se no il giorno dopo arriverebbe la Corte dei Conti a chiedere spiegazioni.


Sì, ci siamo incontrati con lui e con l’avvocato Eugenio Piccolo, e siamo in contatto. A questo proposito, mi fa piacere che ci sia l’avvocato al fianco di Basile in questo momento: parliamo di una persona di assoluta competenza in materia, che spesso è sugli spalti del Franco Ossola, e che soprattutto ha a cuore da varesino le sorti del Varese. Penso che il grido d’aiuto di Basile sia chiaro e non possa essere ignorato: noi ci siamo, pronti ad aiutare e a metterci al servizio. È importante che ognuno faccia il suo.

Penso che Pietro Vavassori possa essere il deus ex machina in questo momento, bisogna capire quali intenzioni ha realmente. Perché se si riuscisse ad arrivare ad un minimo di solidità finanziaria, il Varese potrebbe anche pensare di presentarsi ai playoff per vincerli e avere ambizioni superiori.

Sì, perché al di là dei colori e degli schieramenti politici, siamo persone con una certa credibilità. Ci mettiamo la faccia e siamo disposti a sederci a un tavolo per valutare ogni progetto, credo che anche un imprenditore si sentirebbe più tutelato nel momento in cui sa che l’amministrazione comunale, che è super partes, è al fianco della società. Siamo pronti ad accogliere e a giudicare tutte le proposte per il bene del Varese e della città.