«Il Varese? Non a loro». Basile e Taddeo rispondono

Ieri la conferenza stampa dei soci di maggioranza per ribattere alla minoranza, Ciavarrella e Rosa. Un lungo discorso per raccontare la loro versione dei fatti. Oggi l’incontro (decisivo) tra i legali delle due parti

Ieri si è tenuta la conferenza stampa della maggioranza del Varese Calcio: hanno parlato Paolo Basile (che detiene il 51% delle quote societarie) e Aldo Taddeo (29%). Questi i passaggi salienti della lunga conferenza durata poco più di un’ora e mezza, di cui 25 minuti di domande dei giornalisti.

Il primo a parlare è Basile: «Sono entrato nel Varese l’anno scorso, per aiutare dopo il fallimento e ho contribuito all’iscrizione all’Eccellenza. Non volevo avere ruolo attivo in società, ma mi sono trovato tante volte sui giornali e a parlare con la squadra. Sono stato accusato di tante cose, per esempio di cercare di fare del business, o di vendere il Varese: ma è Ciavarrella che, senza nemmeno confrontarsi e consultarsi, si è recato da un importante imprenditore per offrire la società. Mi si è accusato di aver preso Di Cintio, “il principe del foro”: l’ho fatto perché non c’era più possibilità di dialogo».

«Mi sono accollato in toto l’iscrizione in serie D. Ad agosto assumo una carica importante: quella di direttore generale. Ho portato sponsor importante che ora è in difficoltà e imbarazzo, perché in queste conferenze stampa è stato messo in mezzo. Ho operato fino a ottobre senza firma sui conti: solo Ciavarrella l’aveva. A me stava bene così: siamo società, andiamo avanti tutti insieme. Ad ottobre entra Aldo Taddeo che ha preteso chiarezza sui conti: il bilancio che ci hanno presentato aveva una perdita di 38-40mila euro.

Io sono stato accusato di aver accumulato, nella mia gestione, debiti per oltre 200mila euro: peccato che dopo studio approfondito i debiti erano riferiti alla stagione scorsa. All’entrata di Taddeo convochiamo un CdA per cercare un dialogo: Rosa non si presenta, diamo disponibilità immediata per versare nelle casse 200 mila euro per far fronte alla normale amministrazione, ma ci viene negata la firma congiunta, per mancanza di fiducia».

Dopo le dimissioni di Ciavarrella il direttore della banca mi comunica che il conto è “congelato”. Per riattivare, per operare, serve un altro cda: ma entrambi gli altri due soci si sono resi indisponibili, altre due volte. È allora che mi sono scusato più e più volte con i fornitori Vanoni e Morandi: non potevo pagarli, ma ho garantito personalmente. Allora chiamo Rosa, per intercedere con Ciavarrella, sbloccare il conto e pagare. Risposta: i pagamenti li faremo appena tu comunicherai alla stampa le dimissioni, o la cacciata, di Aldo Taddeo, con tanto di comunicato stampa dettato da loro. Queste sono persone che hanno Varese nel cuore? Io e Aldo abbiamo così dato entrambi le dimissioni, dichiarando che avremmo rimesso le quote.Rimettere non vuol dire cedere, significa: siamo qua, confrontiamoci. Ciavarrella risponderà in altra sede, delle sue cattiverie. Ha sempre dato le colpe agli altri, mai a se stesso. Lui e Rosa hanno fatto il nome di Rosati e sono stati smentiti. Rosa ha allontanato il ds Merlin. Ci hanno impedito di gestire il Varese, io chiedo solo rispetto».

Poi, Taddeo: «Ho chiesto a Paolo di non essere coinvolto operativamente e pubblicamente nel Varese fino a marzo, perché ho aziende da gestire, non mi interessava visibilità. Sono arrivato al Varese per un solo motivo: volevo aiutare le giovanili. Poi mi viene prospettata la possibilità di spendere qualche soldo per Varesello: così ho emesso un assegno. E dico facciamolo come “Varese” ma resto ben chiaro che quei soldi vadano a Varesello. Sono entrato nel Varese sapendo che con squadra di calcio non si fanno soldi, piuttosto si mettono. Se ho fatto promesse a Ciavarrella ho promesso di essere serio. Di essere un manager. In due mesi ho messo più di 80mila euro. Ho chiesto a una banca che conosco di sostenere il conto del Varese. E ora devo andare a casa? Ok, vado. Paolo mi dice no. Decidiamo di parlare lo stesso con loro: niente. A quel punto abbiamo fatto il comunicato che conoscete non prima di aver fermato il segretario Bof che era stato costretto a preparare un comunicato stampa precompilato con le mie dimissioni».

Poi spazio alle domande dei giornalisti e alle risposte. Riportiamo le più significative, come proposte ieri in conferenza. All’inizio, con B e T, indichiamo chi risponde.

B: Evidentemente non è gradito dalla minoranza, che vuole solo gente gradita a loro, come questi imprenditori che loro dicono esserci. Ma se compro un bene vado dalla proprietà e mi presento.

T: Una persona dell’unione industriali di cui faccio parte mi ha detto: “cosa stai lì a fare? C’è la Pro Patria che ha bisogno di gente come te”. Ho risposto: “Un giorno, magari, se ne parlerà”. Non vado bene per il Varese, ma qualcuno della Pro Patria arriva subito…

B: Hanno cambiato le serrature: non posso entrare. E allo stadio non sono andato ma non per timore, anche se Ciavarrella ha dato indicazioni di non farci avvicinare. Questo mese mi sono dato alla “latitanza” da Varese perché il morale non era dei migliori. Domani incontro tra parti, lo dico da tifoso: lascio Varese a Ciavarrella e Rosa? Io dico no. Da tifoso no.

T: Noi l’abbiamo fatto, gli altri non lo so: io non ho visto copie di bonifici o altri.
B: Agosto, settembre, ottobre, novembre: cosa costa la squadra più o meno? La gente fa due conti. Ma quanto c’era di perdita?

T: Ho iniziato a guardare nei conti a dicembre e non ho fatto proclami. Non stiamo parlando di milioni. Abbiamo cercato di fare le cose bene: forse questo non è stato bene a qualcuno.

T: Già ripetuto tante volte. Siamo qua, per fare il nostro, con le nostre condizioni: incompatibili con Ciavarrella e Rosa.

B: L’ho già detto prima: Ciavarrella si alza la mattina, le persone non gli vanno più bene e le dimentica o le getta.

T: Lo chiedo io a lei: come mai, visto che c’è un presidente che ha questo incarico istituzionale? Forse lei non lo sa che c’è un presidente… Ce lo siamo chiesto pure noi: lo chieda a Ciavarrella. Se non lo fa, mi chiedo perché non lo fa. Io non mi sono mai permesso di farlo: forse dovevo.

Decisivo, dunque, l’incontro di oggi tra i legali. Questa invece la replica di Ciavarrella e Rosa: «Sono state dette molte inesattezze. Una maggioranza c’è e deve amministrare: ma se scappa, chi c’è ancora si sostituisce per non mandare tutto a rotoli. A rispondere alle inesattezze saranno l’avvocato Giuseppe Armocida e l’avvocato Alberto Ziliani, già referente di Armocida per quanto riguarda il diritto sportivo, incaricati dal Varese Calcio a fare chiarezza. Ora per il bene del Varese serve una soluzione».