«La cosa più bella qui a Gavirate? Doccia calda due volte al giorno»

Pararowing - Storie e immagini dal Lido, dove ieri si sono concluse le “diversamente regate”. Oggi niente gare per il vento

C’è da liberare un pontile un po’ troppo affollato. Uno degli studenti varesini in veste di volontario si avvicina al responsabile tecnico del Sudafrica e in volto ha la classica espressione di chi sta cercando nella testa le parole e la formula giusta per rivolgersi all’ospite proveniente da un altro Paese. Ma il CT sudafricano è Marco Galeone, collaboratore di Paola Grizzetti agli albori del pararowing in Italia che alla vigilia delle Paralimpiadi di Londra salutò

il bel Paese per andare ad insegnare il canottaggio dall’altra parte del mondo. Galeone anticipa il giovane togliendogli ogni preoccupazione: «Tranquillo guagliò, dimmelo in italiano: sono napoletano».
A Gavirate, nella settimana del meeting internazionale di Pararowing dominata dagli atleti cinesi e conclusa con un giorno d’anticipo causa il previsto vento forte di oggi, è successo anche questo. Il mondo del pararowing è passato da Gavirate assegnando gli ultimi pass per le Paralimpiadi di Rio e a giudicare dal clima e dai sorrisi gli ospiti provenienti da tutti e cinque i continenti si sono trovati piuttosto bene. Spunti e aneddoti non è stato necessario cercarli.
È bastato camminare su e giù sul lungolago del lido. Tra i più attenti, nella quattro giorni di gare e nel Camp rivolto ai Pesi emergenti organizzato dalla Federazione Internazionale, c’era il direttore dell’Hub australiano Warwick Forbes che oltre alla soddisfazione per gli ottimi risultati dei suoi connazionali ha vissuto un’ emozione particolare. «Nella nostra casa in riva al lago abbiamo ospitato i ragazzi dello Zimbabwe alla loro prima uscita internazionale, guidati da un’allenatrice australiana – racconta Forbies – Ero curioso di sapere cosa passasse nelle loro teste vivendo per qualche giorno in una sorta di sogno. nLa risposta di uno di loro mi ha meravigliosamente spiazzato. “La cosa che non dimenticherò facilmente di questa splendida avventura in Italia – mi ha detto uno di loro – è la doccia calda anche due volte al giorno”. Poche parole per una grande lezione». L’Italia non ce l’ha fatta a qualificare tutte le barche per Rio. Con il quattro con e i due singoli non ci sarà il doppio di Anila Hoxha e del cinquantenne Daniele Stefanoni, quest’ultimo già protagonista in una paralimpiade invernale e due estive.
Una mancata qualificazione che non ha tolto ai due il sorriso e la soddisfazione per quanto hanno condiviso in questi ultimi durissimi mesi di preparazione.
«Triste? – ha risposto Stefanoni – a chi gli chiedeva del suo stato d’animo – Dai ragazzi non scherziamo! Grazie allo sport paralimpico ho vissuto grandi emozioni conoscendo gente fantastica».
Che meraviglia la presenza di tanti studenti nella macchina organizzativa della Canottieri Gavirate. Giovani varesini di 18 istituti che hanno stupito il mondo per quanto sono stati efficienti in mille mansioni. Incoraggiati dall’Ufficio Scolastico provinciale e coordinati dai docenti dell’ISIS Edith Stein di Gavirate per un impegno sul campo senza risparmio e suono della campanella.
Una campanella che da oggi dovrà invece suonare ogni giorno in ogni Ente, Istituzione e azienda del territorio per ricordare quante e quali eccellenze possiede la Varese più bella.