La Pro cambia: da Vavassori a Vavassori

Domani è l’ultimo giorno del mese: si è ormai più che prossimi alla ipotetica data del passaggio delle consegne, ovvero delle quote societarie, tra gli uomini ombra e patron Vavassori.

Ma sempre ipotetica, con l’aggiunta anche di un altro aggettivo: virtuale. Non ci sarà nessuna firma di un fantomatico compromesso, a maggior ragione nessun notaio è stato allertato per ufficializzare il passaggio delle quote della Pro Patria.
Sono nelle mani di Vavassori e vi resteranno per molto. Fino al termine della stagione? Le stesse probabilità che ha Vettel di guidare il prossimo anno la Ferrari. Si tratta di capire se il patron ha intenzione ancora di affidarsi alla gestione degli uomini ombra oppure di scaricarli,

visto che il tira e molla sulla fidejussione che va avanti da fine luglio.
Non è dunque da escludere che il Big Ben dica stop e si trovi una strada che consenta alla società di proseguire il suo cammino e alla squadra d’invertire la rotta. Proprio la delicatissima situazione di classifica fa ipotizzare che non si vada molto per le lunghe. Il contrario: che occorra intervenire energicamente per riportare fuori dalle secche una Pro che fatica a fare risultato pieno. Nei tre confronti diretti con Mantova, Giana e Lumezzane ha raccolto solo tre punti, quando invece ne occorrevano il triplo.
Sabato (ore 17) arriva allo Speroni la capolista Bassano: uno squadrone, e il pronostico sembra proibitivo, anche se le formazioni quotate la Pro le ha sempre messe alla frusta, salvo non concretizzare quanto di buono mostrato sul campo.
Col Pavia aveva rimontato dallo 0-3, salvo poi perdersi in un bicchiere d’acqua; bene col Novara, per poi affogare a Como facendosi rimontare tre reti di vantaggio.
Una Pro Patria alla ricerca di una bussola che non può permettersi il lusso di un passo falso; una Pro che arriva al match praticamente al completo (out solo Lamorte e forse D’Errico), ma che si affida più che mai alla voglia di riscatto di Baclet.