«Oggi si realizza il mio vero sogno»

Varese Calcio - Mister Ernestino Ramella pronto al ritiro estivo: «Partiamo con un solo obiettivo, vincere»

La voce roca, ruvida. Lo sguardo serio, impassibile. Nella testa la leggerezza di un sogno, sulle spalle il peso di un popolo. Ernestino Ramella è tutto questo. Su quella panchina, sulla panchina del Varese, il mister proverà a guidare i biancorossi ad una cavalcata che ha un solo ed unico lieto fine: il ritorno tra i professionisti. Lui, che più di ogni altro ha sognato di sedersi su quella panchina. Lui, che più di ogni altro ha sognato quello che accadrà

oggi. Portare la squadra in ritiro per cercare l’impresa. «Dopo tre tentativi, andati male, ora al quarto sono finalmente qui. Domani (oggi, ndr.) sarà un giorno speciale: il giorno della realizzazione di un sogno. E, per questo, sono contento. Non potrebbe essere diversamente. Io mi sento varesino, anzi sono varesino; come lo sono mia moglie, i miei figli e i miei nipoti. Guidare il Varese ad un’impresa del genere può essere solo un motivo d’orgoglio per ogni varesino».

Un’impresa non facile, un’impresa non da tutti. Perché la Serie D non è l’Eccellenza. Perché assieme ai campetti scalcagnati tirati su ai margini del mondo, ci sono quelli che hanno fatto la storia. Perché le squadrette sono squadroni, e gli squadroni sono corazzate. Non esistono partite scontate o partite facili. Non esistono programmi che tengono. Non esistono avversari molli o demotivati. Non esistono cali di concentrazione e scuse. Esistono solo due cose: cuore e attributi. E, per vincere la D, o le hai, o le hai – tutt’e due, punto.
«La grande difficoltà di questo campionato sarà quella di non perdere mai la testa: nei momenti positivi e in quelli negativi. Bisogna rimanere con i piedi per terra quando tutto va bene, quando le cose girano per il verso giusto; ma anche e soprattutto quando le cose vanno male. Vincere due partite non vuol dire automaticamente vincere il campionato. Per pensarla così devi avere una corazzata, non una squadra. Io voglio pensare che non siamo una corazzata: perché i miei giocatori devono avere una concentrazione totale lungo tutta la stagione. In D puoi arrivare a metà campionato nella parte alta della classifica e poi retrocedere, oppure essere nella parte bassa e poi giocarti la promozione: è tutto un fattore di testa, visto che con playoff e playout le squadre sono tutte in ballo, sempre».

Un ballo che dovrà partire necessariamente dal cuore giovane dei biancorossi. Un cuore che deve essere all’altezza di quello che batte nel petto dei veterani, abituati ad affondare le portaerei e le corazzate con la forza della loro esperienza. «Al mio Varese, ai miei ragazzi, chiederò solo una cosa: far sì che i giovani che scendono in campo siano allo stesso livello dei vecchi. Voglio che dalla tribuna, durante le partite, non si veda la differenza. I giovani sono fondamentali, ecco perché sarà importante lavorare con loro. Una cosa che invece ritengo imprescindibile per la riuscita della stagione è che i vecchi del gruppo non facciano i “comandanti” nello spogliatoio sui più piccoli, e che questi ultimi portino sempre il giusto rispetto a chi ha più esperienza di loro».

Esperienza che già da oggi dovrà essere messa a disposizione di mister Ramella e del gruppo, pronto a lavorare fin da subito sull’annata che verrà. «Ai miei ragazzi non farò discorsi particolari domani (oggi, ndr.). In questo momento non servono, visto anche che avremo alcuni giovani in prova e altri aggregati dalla Juniores; in questo momento serve solo lavorare duro, perché l’unico valore che ci dobbiamo portare dietro è la dedizione al lavoro. Spero che i giocatori a mia disposizione dimentichino in fretta le vittorie dell’anno scorso, perché la Serie D è un altro mondo».