Pro Patria, Armiraglio con i tifosi «Se vado allo stadio? Non so…»

«Protesta comprensibile anche se un po’ prematura. Ora però il patron faccia chiarezza». Parola di Alberto Armiraglio, che da una settimana è diventato il nuovo assessore allo Sport della città, dopo aver già tenuto i rapporti istituzionali con la Pro Patria per conto del sindaco Gigi Farioli.

Domenica non sa ancora se seguirà il match con il Savona dentro o fuori dallo stadio Speroni: «Lo ammetto, sono molto indeciso – rivela Armiraglio, già presidente tigrotto e storico cuore biancoblù – Da appassionato mi spiacerebbe non andare a vedere la partita, ma sono anch’io un tifoso e vorrei rispettare la loro volontà, visto che i club hanno deciso all’unanimità di disertare la partita. Anche se per mettere in atto una simile protesta forse si poteva aspettare ancora quindici giorni».

La chiusura del calciomercato, a fine mese: è quella la scadenza-ultimatum che la tifoseria avrebbe potuto dare al patron Pietro Vavassori prima di inscenare la clamorosa mobilitazione. «Capisco perfettamente lo stato d’animo dei tifosi e le motivazioni che li portano a protestare – continua il neo assessore – dalla cessione dei loro beniamini più esperti e titolati all’assenza di informazioni più precise sulle strategie per il futuro, fino al fatto che non è stato concesso loro quell’incontro chiarificatore che avevano chiesto alla società. Personalmente però avrei aspettato fino al termine della campagna acquisti, per capire quantomeno se le cessioni di questi giorni verranno compensate con dei nuovi ingaggi all’altezza. Ma evidentemente è mancata una comunicazione con la società, da cui è scaturita questa scelta di rimanere fuori dallo stadio».

Ora quel che serve, secondo l’ex presidente biancoblù, è solo una cosa: «Chiarezza». È quello che Armiraglio, da tifoso ma anche da amministratore civico, chiede a Vavassori: «La proprietà sia più esplicita sulle proprie intenzioni per il futuro e faccia chiarezza nei confronti dei tifosi e della città. Non dico domani, ma in tempi ragionevoli. I modi possono essere svariati: un comunicato ufficiale, una conferenza stampa oppure un incontro con le istituzioni».

«Tempo addietro – rivela – il patron mi disse che era intenzionato a lasciare, ora però sarebbe opportuno che dichiarasse quali sono le sue intenzioni, in maniera pubblica, evitando polemiche e prese di posizione».

In caso di addio, il Comune è anche pronto a ritagliarsi un ruolo attivo di mediazione: «Pur consapevoli che la Pro Patria è una società privata, è anche un patrimonio della città. Se le intenzioni della proprietà di lasciare a fine stagione fossero confermate, l’amministrazione potrebbe muoversi per verificare se le voci di possibili interessamenti per rilevare il club siano concrete e se possano esserci possibilità per il futuro. Ora però siamo in una situazione di incertezza che non ci consente di compiere alcuna mossa».

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