«Stimo Merlin e già anni fa lo portai qui. Vavassori bella persona, decide la società»

Il ds Scapini e la squadra mercato: «Io, Alessandro ed Enzo Rosa, rapporto stretto e ruoli chiari. Stimo l’ex patron della Pro Patria e il suo braccio destro Ferrara. Gli arbitri? Serve collaborazione»

Giorgio Scapini, direttore sportivo del Varese, sta già cercando di allestire la squadra per l’anno prossimo e non si ferma un secondo.

Certo, lo 0-0 di ottobre fu il primo intoppo che ha avuto il Varese in questo campionato. Non c’erano neppure i tifosi perché così era stato stabilito per motivi di ordine pubblico e il campo, molto piccolo, aveva condizionato la partita in cui eravamo stati piuttosto confusionari, anche se non avevamo mai rischiato di perdere, procurandoci al contrario qualche occasione per segnare.

Il Mariano lotta per salvarsi ed è una squadra robusta, da prendere sul serio. Non sarà facile.

Ho appena parlato con il presidente della Federazione che è d’accordo con me: dobbiamo aiutare a crescere gli arbitri che però devono avere un rapporto di collaborazione con i giocatori e non solo esercitare su di loro potere punitivo. Certe posizioni sono arroganti e se domenica l’arbitro non ha modificato l’andamento della partita con le sue decisioni, ci sono state comunque delle scelte che possono innervosire, proprio come quella di impedire ai raccattapalle di esserci. Il presidente della Federazione mi ha detto che per la questione dell’anello di Gheller avrei dovuto chiamarlo subito e mi ha assicurato che riferirà a Pizzi, l’ottimo designatore del comitato regionale lombardo, che l’arbitro di Sesto non ha voluto i raccattapalle. In ogni caso quest’anno non abbiamo mai avuto la necessità di lamentarci sul serio.

La società mi ha chiesto se avevo problemi ad essere affiancato da Merlin, che conosco da tempo e che avevo portato io, qualche anno fa, nell’area osservatori del Varese. È un ragazzo che stimo e che conosce bene il mondo del calcio. Io ho chiesto chiarezza nei ruoli, non tanto per il titolo di direttore sportivo ma per evitare confusioni in fase di trattativa. Con i nostri interlocutori non deve insomma mai nascere la domanda: «Con

chi devo parlare?». E questo per il buon nome della società. La società deve definire bene i ruoli in vista dell’anno prossimo e so che avremo un rapporto stretto: io e lui, insieme ad Enzo Rosa (direttore tecnico, ndr). Ripeto che con lui non ci sono problemi: figuratevi che l’estate scorsa, quando era d.s. della Pro Patria, mi aveva chiesto di raggiungerlo lì. Ho declinato l’invito per il Varese di cui sono anche responsabile del settore giovanile. L’anno prossimo, in D, almeno la metà della rosa dovrà essere composta da ragazzi e ne sto seguendo già diversi: domenica mattina andrò a vedere Genoa-Sampdoria del campionato Primavera.

È una persona seria e conosco bene il suo braccio destro Ferrara con cui ho incominciato, introducendolo nel mondo del calcio. Le sue ultime esperienze non sono state fortunate e se si mostrerà interessato al Varese dovranno essere i nostri dirigenti a fare le loro valutazioni, cercando di mantenere gli equilibri con cui la società sta facendo bene.

Per ora non è vicinissimo al traguardo perché ha segnato quattro gol. È un ragazzo generoso che passa volentieri a Giovio e Marrazzo: se andasse in doppia cifra farebbe un bel salto.

Sì, Balconi e Simonetto ma non dimentico neppure Ferrara e La Marca.

Zazzi: è partito in sordina ma poi è diventato sontuoso. Era una scommessa e adesso è una conferma. Giovedì a Lugano ho incontrato il suo procuratore che mi ha detto di avere tante richieste. Non lo lasceremo andare così facilmente ma se avrà un’opportunità imperdibile non gliela negheremo.