Un muro chiamato Norvel Pelle. In serie A mai nessuno come lui

Per minuti giocati il centro caraibico è il miglior stoppatore di sempre: lo “dice" la proiezione sui 40 minuti

Un muro, pressoché invalicabile se non cambiando modalità e tempistiche di tiro, “sconfessando” abitudini radicate magari in anni. Un muro cementato dall’altezza (211 centimetri), dall’atletismo e dai garretti, pressoché sempre pronti ad esplodere. Un muro che spaventa i piccoli, inibisce i lunghi (chiedete al centro di Milano Raduljica) e fa uscire di testa gli allenatori, costretti a scervellarsi davanti ai propri soldati respinti con perdite sotto canestro.
Un muro. Quello eretto dal più grande stoppatore che abbia mai calcato i parquet della serie A: Norvel Pelle.

Lo dicono i numeri. Per minuti giocati il centro caraibico della Openjobmetis Varese 2016/2017 blocca una quantità di parabole avversarie come mai nessuno ha fatto nella storia del massimo campionato italiano, facendo letteralmente arrossire le statistiche di stranieri assurti al pantheon del nostro basket.
Per rendersene conto basta un breve viaggio nella classifica di specialità dal 1977-78, prima stagione di cui sono a disposizione statistiche complete, a oggi. Pelle, innanzitutto, domina incontrastato i numeri dell’annata

corrente: 3,4 stoppate a partita (34 in dieci gare), messe a referto in appena 16,9 minuti di utilizzo medio. Lontani, lontanissimi, Michael Watt, ala-centro di Caserta, con 2,1 “blocks” in 27 minuti di media e Riccardo Cervi, tornato a Reggio Emilia, autore anch’egli di 2,1 stoppate per match (in 24,2 minuti sul parquet).
Iniziamo ad entrare a piccoli passi nel mito. Solo due giocatori, nelle ultime 24 stagioni di serie A, si sono avvicinati alle prestazioni di Pelle, ovvero alle 3,4 stoppate a partita: sono stati Sharrod Ford (3,1 stoppate nel 2009/2010 a Ferrara) e il grande Dallas Comegys (3 nel 1994/1995, quando il centro di Philadelphia concedeva i suoi servigi alla Comerson Siena). Solo ed esclusivamente loro.

Se si allarga il campo di analisi fino alla stagione 1977-1978, la media di Norvel entra al nono posto di sempre. Chi meglio di lui? Mike Davies, Napoli e Roma in Italia e 3725 punti segnati nella nostra serie A: nell’annata 1978-1979, al Banco nella Capitale, il centro Usa raggiunse la media di 4 stoppate per gara. Dietro troviamo Dean Garrett: stagione 1991/1992, 3,9 alla Panasonic Reggio Calabria. Terzo gradino del podio per Rudy Woods (Seleco Napoli, stagione 1982-83, 3,7), poi è ancora il turno del centro che dopo l’Italia evoluì in Nba (Minnesota, Denver e Golden State): 3,6 alla Jolly Colombani Forlì nell’89-90. Di seguito si piazzano Willie Sims (Sacramora Rimini, 1982-83, 3,6), di nuovo Garrett (3,5 alla Panasonic Reggio Calabria nel 1992/1993) e di nuovo Comegys (due volte: 3,5 a Sassari nel 1990 e alla Fortitudo Bologna nel 1992/1993).
Attenzione, però: a precedere il nostro Pelle sono stranieri che il campo lo calcavano con medie abbondantemente superiori ai 30 minuti di utilizzo medio. In soccorso, allora, arriva un dato fornito dalla Lega che mette tutti sullo stesso piano: la proiezione per ogni voce statistica sui 40 minuti. Ed è qui che Norvel regna, facendo segnare un clamoroso 8 alla casella delle stoppate (sì, avete capito bene: otto) come evoluzione delle sue 3,4 effettive date in soli 16,9 minuti di impiego medio. Nessun giocatore della storia cestistica italica osa avvicinarsi a una cifra simile: al secondo posto c’è il Garrett del 91/92 con una proiezione di 4,7, al terzo il Davies del 79/80 con 4,4.
Ultima curiosità: chi sono stati gli altri “varesini” notabili nella specialità? Dietro a Pelle c’è lo Stefano Rusconi della stagione 1989-90 (2,5 stoppate per match) e quello del ’90/’91 (2,3). Poi John Devereaux (2,2 nell’84/’85) e Bryant Dunston (2,1 con gli Indimenticabili del 2012/2013.
Stoppatori normali, ben lontani dal muro più invalicabile di sempre. Un muro chiamato Norvel.