Viaggio nella Busto tigrottaIl tifo a Sant’Anna e Santi Apostoli

Busto Arsizio Vivere a due passi dallo stadio, con i cori dei tifosi che quasi entrano dalle finestre: ai Santi Apostoli si è tifosi per forza, e in questi giorni il quartiere – come tutti gli altri rioni di Busto – rinserra i ranghi in attesa della sfida dei playoff. «Abito a 200 metri dallo Speroni, e per me è stato naturale iniziare ad andare allo stadio e tifare Pro Patria – racconta Luigi Tranquillo, edicolante di via Toce – nel quartiere i supporters sono tanti da sempre: la gente qui vuol bene alla Pro Patria, e il tifo si sente forse più che altrove».

Un po’ la vicinanza dello stadio, un po’ l’abitudine a vedere le sfilate delle auto la domenica e a sentire i cori dei tigrotti, fatto sta che la febbre biancoblù ai Santi Apostoli è alta da sempre. «Questa stagione, però, più del solito – ammette Tranquillo – lo vedo dall’osservatorio dell’edicola: la clientela è più attenta alla vicenda della Pro Patria, più appassionata. Questo traguardo importantissimo a portata di mano ci fa sentire tutti in trepidazione.

Me compreso: tifo Pro Patria dagli anni Settanta, e adesso sono qui a sperare come tutti gli altri. Non solo per i playoff, ma anche per la società: speriamo che l’asta vada a buon fine, ormai ci siamo». E il tifo passa anche per i luoghi di ritrovo: a cavallo tra i Santi Aposoli e il Buon Gesù c’è il pub «Queen», punto di riferimento per i club e per i tifosi in generale. E lì, visto che lo stadio è davvero a due passi, l’aria in questi giorni è elettrica. Esattamente come al pub «In & Out» di Sant’Anna, che è ormai un altro ritrovo storico per i supporters biancoblù: in questi giorni tra il bancone e i tavolini la Pro Patria è sulla bocca di tutti.

Molti dei fedelissimi saranno in trasferta già domenica a Reggio, tutti gli altri promettono di riempire lo Speroni la domenica successiva. E anche il resto del rione di Sant’Anna, al di là degli aficionados dell’«In & Out», dimostra per la squadra un attaccamento di lungo corso. Nato come villaggio operaio, Sant’Anna è da sempre un quartiere votato al lavoro. La domenica ci si svagava andando allo stadio: «Allo stadio ci andavo con mio padre, e ora da qualche anno ci vado con i miei figli – racconta Giuseppe Palmisano – in questo momento la speranza è tanta. Abbiamo sofferto per la promozione diretta sfumata, ma non importa, è lì da vedere che la squadra più forte siamo noi». Da parte dei tifosi, insomma, non c’è nessun dubbio sulla performance in campo dei ragazzi. Se mai i timori si concentrano attorno alla vicenda societaria, ormai vicina alla svolta dell’asta pubblica: «Speriamo che questi benedetti acquirenti saltino fuori – conclude Palmisano – e che siano persone oneste, serie e credibili».
E in via Genova, alla farmacia di Franco Prandoni, il tifo biancoblù è una malattia che non si cura, anzi si trasmette: dietro il bancone, infatti, è in servizio un simbolo tigrotto come Alberto Vanetti.
Laura Campiglio

f.artina

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