Busto è una sorpresa nazionale: «Undicesima città più grande d’Italia»

Secondo l’Onu poi nel 2030 la città supererà Milano per densità demografica

Sorpresa. Quello che ha come centro Busto Arsizio è l’undicesimo agglomerato urbano più grande in Italia. Non è una bufala, lo dicono le Nazioni Unite, nel rapporto “World Urbanization Prospects”: e da qui al 2030 la crescita della popolazione qui sarà quasi quadrupla rispetto a quella dell’area metropolitana di Milano.
L’ex sindaco Gigi Farioli, che per anni ha ripetuto come un mantra il concetto di “Busto Capitale”, ora ribadisce: «Serve una programmazione strategica di area vasta».

La notizia, riportata sul magazine Truenumbers.it diretto dal giornalista Marco Cobianchi, ha iniziato a circolare sul web, rilanciata sui social e nei gruppi Whatsapp: «Le dieci città più grandi al mondo (più Busto Arsizio)». Accompagnata da una classifica delle «dieci metropoli d’Italia nel 2030»: appena fuori dalla top ten, c’è Busto Arsizio.
I dati riportati nell’articolo richiamano ad un rapporto chiamato “World Urbanization Prospects”, che viene redatto ogni anno dalla divisione “Popolazione” del Dipartimento degli Affari economici e sociali dell’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Fonte più che attendibile, insomma.

Scorrendo il rapporto, che è incentrato sull’analisi della tendenza mondiale della popolazione a concentrarsi nelle aree urbane, si scopre che in Italia vengono identificati trenta “agglomerati urbani”, vere e proprie “città di fatto”, anche se non corrispondono ai confini amministrativi dei Comuni.
Uno di questi agglomerati urbani è Busto Arsizio (Varese non c’è). E, dato 2015, è l’undicesimo più popoloso in tutta Italia, il terzo della Lombardia dopo Milano e Bergamo, con una popolazione di ben 630mila abitanti,

in una classifica guidata, ovviamente, da Roma (3,7 milioni) e da Milano (3,1 milioni). Ma Busto sarà undicesima anche nel 2030, secondo le stime del dipartimento delle Nazioni Unite, quando l’agglomerato arriverà a contare 677mila abitanti.
Una crescita del 7,5%, molto più rapida di quella dell’area metropolitana di Milano, che da qui al 2030 aumenterà i propri abitanti solo del 2%.
Ma è un trend che viene da lontano, se pensiamo che nel 2030 l’agglomerato milanese avrà all’incirca gli stessi abitanti del 1980, mentre quello attorno a Busto in cinquant’anni sarà cresciuto del 27%.

Niente male per una città che non è neppure mai stata provincia. «Questa sorta di attestazione dell’Onu – il commento dell’ex sindaco Farioli – non fa altro che testimoniare la correttezza di quell’impegno perseguito per dieci anni nella logica già riconosciuta a suo tempo dall’Ue che vedeva Busto come hub di un’area vasta metropolitana.
Sia ulteriore stimolo ad immaginare degli “Stati generali” sovracomunali che diano una risposta coerente a ciò che non solo i documenti dell’Onu, ma anche quelli dell’Europa e della Regione Lombardia e soprattutto dinamiche socio-economiche ben note, evincono da sempre.
L’invito è ad una programmazione strategica che abbia insieme urbanistica, ambiente, competitività e sviluppo».