«Il governo non sa gestire i migranti, non vedo nessun miglioramento»

Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli critica le politiche dell’esecutivo sui nuovi arrivi

«Migranti, non ho cambiato idea: di questo governo non mi fido. Se posso, come amministratore, non muovo un dito sulla questione». Parola del sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, che nei mesi scorsi fece discutere con alcune sue prese di posizione sul caso dei migranti. Perché Busto Arsizio, dopo il capoluogo Varese, è la città che da tempo accoglie il maggior numero di richiedenti asilo sul proprio territorio. Sono più di 200 in tutto: di cui circa 180 nel centro di via dei Mille, messo in piedi dalla cooperativa Kb di Katiusha Balansino e Roberto Garavello negli appartamenti dell’ex residence del Cral dell’Enel, e una ventina nella Casa Onesimo di via Lega Lombarda, un modello di housing sociale per l’accoglienza diffusa gestito dalla cooperativa Intrecci della Caritas diocesana.

Dopo che in piena estate lo stesso Antonelli aveva ventilato la possibilità di una gestione comunale del centro di via dei Mille, in settembre una serie di manifestazioni di protesta da parte degli ospiti della struttura avevano convinto il primo cittadino ad una retromarcia. Tanto che in commissione servizi sociali, in risposta ad una mozione del Partito Democratico che chiedeva al Comune di aderire al protocollo Sprar del servizio pubblico per i rifugiati e i richiedenti asilo per una gestione più diretta del problema, Antonelli aveva dichiarato di non voler anticipare nemmeno un euro di soldi dei contribuenti bustocchi per la gestione dei profughi in quanto non si fidava dello Stato centrale e della sua capacità di rimborsare, successivamente, le risorse spese dal Comune.

«La situazione a Busto è sempre la stessa di qualche mese fa, non è cambiato assolutamente niente e io non ho cambiato di un millimetro la mia idea – fa sapere il sindaco Emanuele Antonelli – ora sembra che dall’alto il governo stia varando nuove politiche per la gestione del fenomeno dei richiedenti asilo. Le valuteremo, ma io non mi esprimo, anzi tenderei a stare molto in silenzio sull’argomento. Perché francamente ancora non vedo nessun segnale concreto di cambiamento, e continuo a non aver fiducia in questo governo e nelle modalità di gestione che sono state messe in atto fino ad ora. Ad oggi io come amministratore non muoverei un dito, poi vediamo cosa succederà».

Per il sindaco di Busto, lo Stato centrale è latitante sulla gestione dei flussi di migranti, in particolare sulla lentezza nelle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato: «Stiamo cercando capire le nuove regole contenute nel decreto del ministro Minniti – spiega Emanuele Antonelli – ma sinceramente non riesco a capire come possano funzionare questi centri da 100 posti che si vogliono stabilire uno per ogni Regione. O prendono la decisione sullo status dei richiedenti asilo nel giro di una settimana,

ma non si capisce perché non potessero già farlo, altrimenti non riesco proprio a capire come possano bastare questi centri da cento posti con i numeri incredibili dei flussi che l’Italia si trova a fronteggiare. Ha ragione Maroni quando afferma che un Cie da 100 posti in una regione come la Lombardia, dove ci sono 22.000 immigrati clandestini, non serve a nulla, senza altre misure». Il timore che per i Comuni possano nascondersi delle “trappole” è evidente: «Quello che mi dà più preoccupazione è la questione dei minori stranieri non accompagnati – ammette Antonelli – già oggi mantenere quelli affidati dal Tribunale nelle strutture deputate costa tantissimo ai Comuni. Se dovessimo prenderci carico anche dei minori migranti sarebbe davvero un problema». E a Busto non si sono verificati casi di richiedenti asilo questuanti, come a Varese.

«Sa cosa dico? Meglio non porsi problemi che per il momento non ci sono, già noi sindaci di problemi da affrontare ne abbiamo abbastanza. E non possiamo continuare ad assumerci altre responsabilità che lo Stato ci scarica».