Il premio Farioli a Erjon Nazeraj: «Busto sia madre della mia opera»

Ieri pomeriggio le premiazioni della prima edizione della rassegna d’arte

Il premio artefa da ponte tra le celebrazioni per i 500 anni del Santuario di Santa Maria e la settimana della festa Patronale di San Giovanni.

Ieri pomeriggio a palazzo Marliani Cicogna le premiazioni della prima edizione del premio d’arte intitolato alla memoria del grande artista bustocco Carlo Farioli e organizzato dall’associazione Spazio Arte Farioli in occasione del cinquecentesimo anniversario del Santuario. Con un tema – “Ecco tua madre” – che «ha consentito ai partecipanti di esprimersi con grande libertà sul concetto della maternità e della vita», come spiegato dal sindaco emerito che ha condotto la cerimonia, affiancato dal sindaco e dall’assessore

alla cultura. Il Premio è stato un successo oltre le aspettative di, per tutti Betty, figlia di Carlo e presidente di Spazio Arte. A darne la cifra, alle ben 140 opere in concorso pervenute da tutta Italia si sono infatti aggiunti i quasi 2400 votanti per la giuria popolare. Il vincitore del premio Farioli è , 35enne di Parma, di origini albanesi, con l’opera “L’alveare”, una scultura in resina già posizionata in una sala delle Civiche Raccolte d’Arte, che «rappresenta una simbiosi tra uomo e natura», con dei neonati nelle celle di un alveare. «Chiedo a Busto di fare da madre a questa scultura» l’invito di Erjon, che si aggiudica anche una mostra personale ospitata nello Spazio Arte Carlo Farioli di via Silvio Pellico.

Altri tre premi sono stati assegnati alla memoria di altrettante figure-simbolo per il mondo dell’arte a Busto, come espressamente rivelato da Betty Farioli. Il secondo premio, alla memoria del grande artista Aldo Alberti – che aveva «un fortissimo legame con Carlo Farioli, con il museo e con la città», ricorda Gigi Farioli – va a di Genova, per l’opera “Sposa” in grafite su carta. Il terzo premio, alla memoria di Luigi Bandera, «imprenditore che ha avuto un ruolo importante nell’arte e nella famiglia Farioli», va ad Elisabetta Tagliabue di Arese, per l’opera “April…”, impronta in gesso su corpo vivo su supporto di compensato. Il Premio Accademia, alla memoria di , imprenditore che, fa sapere Gigi Farioli, ha avuto «un ruolo importante nella storia dell’imprenditoria, della cultura e della socialità bustocca, ma anche nella vita di Carlo Farioli, avendogli permesso, spinto e invitato a seguire il suo talento con la scuola», se lo aggiudica , che vive a Genova, con l’opera “Auto-confessioni”. La giuria popolare (quasi 2400 voti, in gran parte espressi online) premia (“L’abbraccio”) e della quinta F del liceo artistico Candiani di Busto (“Shelter”), la più votata in assoluto. Premio speciale fuori concorso al Centro Socio-educativo Molecole di Vanzaghello, per l’opera “Mamma vestiti d’amore”. Menzioni speciali per di Gorla Minore (“Mamma Lucia”) e per e di Somma Lombardo (“L’Annunciazione”).