L’accoglienza doppia la protesta. Firme contro il reato di clandestinità

In 250 alla festa della comunità Sichem. Alla Boragno l’analisi di due attiviste

«Con le ultime scelte politiche, i migranti scompariranno nelle fosse comuni libiche». Duro atto d’accusa della giovane attivista , avvocato varesino che si occupa di diritto dell’immigrazione, alla presentazione dell’Università Migrante ieri da Boragno. E la raccolta firme “Ero Straniero” alla festa della comunità Sichem di Olgiate Olona raddoppia i numeri del corteo di Forza Nuova in centro a Busto: più di cento le sottoscrizioni verificate dal consigliere del Pd .

Nella “sfida a distanza” sul tema dei migranti, nel giorno della controversa “marcia su Busto” dei militanti di Forza Nuova della provincia di Varese, vince l’accoglienza. Alla “Tavola del Mondo” della comunità Sichem di Olgiate Olona, che ieri sera ha radunato tutti gli ospiti di 17 anni di attività di accoglienza nei cinque appartamenti a disposizione delle famiglie bisognose, chiedendo a ciascuno di cucinare piatti della propria cultura, si sono ritrovati in 250 per celebrare l’accoglienza e l’integrazione.

È lì che , insieme agli amici del coordinamento “Bust’occhi aperti sul mondo”, ha organizzato il banchetto per la raccolta firme per la proposta di legge “Ero straniero”, che chiede l’abolizione del reato di clandestinità. Più di cento sottoscrizioni nel giro di un paio d’ore, per una raccolta che nei prossimi giorni proseguirà anche in Comune a Busto Arsizio, dove verranno lasciati dei moduli per le firme.

A distanza ancor più ravvicinata, ieri pomeriggio alla galleria Boragno di via Milano, proprio mentre i megafoni di Forza Nuova ancora gridavano contro l’immigrazione, le giovani attiviste Benedetta Tonetti e dell’associazione Todo Cambia hanno presentato due progetti di sensibilizzazione sul tema dell’accoglienza, “Missing at the borders” e “Università migrante”.

Il primo, raccolta di testimonianze dei dispersi nei viaggi verso l’Europa, è attualissimo: «Fino ad oggi scomparivano nel Mediterraneo – il j’accuse di Tonetti – con le ultime scelte politiche scompariranno nelle fosse comuni dei campi libici, veri e propri lager». Il secondo, un corso in programma dal 23 settembre fino a febbraio a Milano che, affidando le lezioni a docenti universitari di svariate materie, si pone lo scopo di «informare sui dati, esaminarli e scardinare i preconcetti su una tematica che oggi viene soprattutto strumentalizzata politicamente»,

come sottolinea la varesina Tonetti. «Non parteciperemo solamente noi con le nostre facce bianche di europei, ma anche richiedenti asilo, rifugiati e genitori dei parenti dei dispersi che si sono riuniti in associazione da vari Paesi africani – aggiunge Pivetta – Sono persone, che non sono venute ad occupare i nostri spazi ma di cui abbiamo occupato gli spazi per tantissimo tempo, e a cui dobbiamo riconoscere sofferenza e lutto».