Maltrattamenti alla compagna

Violenza domestica a Busto. I carabinieri hanno denunciato un operaio trentenne pregiudicato residente in città

– La violenza sulle donne, una piaga sempre più opprimente. Episodi sconcertanti anche nella nostra provincia. Dopo la tragica vicenda dell’incendio di Samarate, dove un uomo tunisino avrebbe cercato di dar fuoco alla convivente, ecco emergere un nuovo episodio di maltrattamenti.

Anche in questo caso, così come nella brutta vicenda di via del Carro a Samarate, a raccogliere la testimonianza della vittima di questi soprusi sono stati i carabinieri della stazione di Busto Arsizio: non si ferma, quindi, da parte dei militari dell’Arma l’impegno per contrastare il fenomeno di genere. I carabinieri di Busto, nella giornata di ieri, hanno infatti denunciato un operaio trentenne residente a Busto, pregiudicato. A dare il via alle indagini lo sfogo della giovane convivente, una donna di 25 anni, che spronata dai familiari ha trovato il coraggio, nel mese di luglio appena passato, di chiedere aiuto ai militari. I maltrattamenti, secondo gli indizi raccolti dalle forze dell’ordine, sarebbero iniziato a gennaio di quest’anno.

Con il terrorismo il pericolo è fuori, è straniero. Ma per alcune donne, molte, moltissime, rimanere chiuse in casa con una sorta di coprifuoco per salvarsi da possibili attentati all’esterno, dal pericolo che c’è fuori, le condanna alla violenza del nemico che le chiavi di casa invece ce le ha. Come nel caso della giovane donna di Busto Arsizio, umiliata e malmenata in casa propria dal compagno. L’uomo, infatti, avrebbe più volte picchiato e minacciato la compagna colpevole di non “obbedire”

alle continue e persistenti “assurde” richieste del convivente che pretendeva di imporre le sue regole con il pugno di ferro. I maltrattamenti avevano sempre origine da banalità della gestione quotidiana delle faccende domestiche: ad esempio, se ciò che veniva cucinato non era di suo gradimento, la donna rischiava di essere malmenata. Non solo, era lui che dettava tempi e modalità per le pulizie di casa che la convivente doveva seguire alla lettera. La giovane si era confidata con alcuni parenti stretti che, più volte, le avevano consigliato di denunciare il suo aggressore. Lei si è sempre rifiutata di farlo, un po’ per paura, un po’ per amore. Dopo l’ennesima violenza, la donna a luglio ha finalmente trovato il coraggio di raccontare la sua triste esperienza. La posizione dell’uomo è stata rimessa ora alla valutazione dell’autorità giudiziaria. Lei si è invece trasferita a casa di familiari.