Se l’integrazione passa dal dialetto. La scuola chiude sulle note del Ginetto

Allo spettacolo delle Tommaseo ragazzi di tutte le etnie cantano il “Talò”

Un “gran cuncertu” al teatro Fratello Sole: più di 100 bambini, di tutte le etnie, delle scuole medie Prandina (Tommaseo) cantano in dialetto le canzoni del . «Questa è la chiave giusta per far riscoprire il dialetto alle nuove generazioni» spiegano il Maestro e la voce della canzone dialettale bustocca .

Per i genitori che affollavano il teatro di via D’Azeglio una sorpresa che ha colpito e “preso”: più di cento bambini sul palco che, dopo aver interpretato una canzone di Alex&Co. sentita al Baff, si mettono a cantare le canzoni con le parole del Ginetto Grilli, con la direzione del loro insegnante di musica Fabio Gallazzi e l’accompagnamento della voce solista di Umberto Rosanna, medico con l’hobby del canto. «Un gran cuncertu» come dice l’omonima canzone contenuta nel primo Cd della canzone dialettale bustocca “A

ta l’ho dì, Talò”. «Un’orchestra da fioeu, giuinotti e bei tusàn – ripete Gallazzi – era proprio così. Ci hanno messo tanto entusiasmo e l’hanno trasmesso alla grande al pubblico. Il “Talò” cantato e fatto rimbombare insieme a noi da tutto il teatro è stato uno spettacolo, tanto che ieri a scuola i ragazzi mi raccontavano che la loro mamma a casa canticchiava sulle scale il “Talò”».

E i ragazzi di cui parla Gallazzi non sono solo bustocchi doc, ma anche «figli di genitori coreani, siciliani o dello Sri Lanka», visto che ormai il tasso di multietnicità delle scuole è altissimo dappertutto. Insomma, la lingua bustocca davvero internazionale, grazie alla musica e all’intuizione del trio Grilli-Gallazzi-Rosanna. «La soddisfazione più grande è sentire i bambini cantare in bustocco. L’hanno imparato come imparano l’inglese – fa notare l’insegnante – è questa l’arma vincente e la chiave giusta». Ora la squadra affiatatissima è pronta per nuovi brani, tra cui un imperdibile “Talò” «in versione ballabile per la discoteca», ma anche per portare la canzone dialettale in altre scuole. «Noi siamo a disposizione, con la nostra professionalità e la nostra passione» ammette Gallazzi. E con lo sguardo al recente bando regionale per i dialetti, Rosanna aggiunge che «questo può essere l’input giusto per lo sviluppo del dialetto a livello scolastico».