«Sindaco e assessore, venite a provare la vita da pendolari per una settimana…»

Lo sfogo in una lettera aperta di una pendolare verso il sindaco di Busto Arsizio Antonelli

– «Sindaco e assessore, venite a provare la vita da pendolari per una settimana…». È lo sfogo-provocazione della pendolare , in una lettera aperta al sindaco e all’assessore «da parte di una pendolare piccione (avrei voluto recapitarla io stessa, come piccione viaggiatore. In tutti i sensi)», diffusa dal Comitato Pendolari Trenord Busto Arsizio.

Caro Sindaco e caro Assessore Rogora,
sono una affezionata (mio malgrado) pendolare da voi definita “piccione”, e che come piccione avrebbe tanto voluto recapitarvi di persona la presente.
Sono anche una donna. Che viaggia sola, spesso a orari improponibili.
Sono anche una madre, di un bambino piccolo. E una moglie.
E non per ultimo sono, pensate un po’, anche una cittadina residente a Busto Arsizio. Contribuente a tutti gli effetti.
Tuttavia, a quanto pare, vi do fastidio.

Ritenete che io nidifichi e faccio questo grave torto di lasciare per ore la mia auto posteggiata in aree che ora volete trasformare in toto in zona disco, perché la mia colpa è di poter far scomparire la mia auto in tasca.
Io la buona volontà ce l’ho messa, però: avevo fatto un abbonamento che pagavo mensilmente al parcheggio Monti. Ed è stato deciso che quell’abbonamento non andava più bene. Ora c’è il numero chiuso (300) perché evidentemente i piccioni nidificavano troppo anche lì. E io sono fuori. Non faccio parte dei 300. E l’Assessore ha dichiarato che non lo sapeva che il numero chiuso era gia’ sold out e che si sarebbe informato. Forse non era meglio informarsi prima Assessore?
Che alternative ho signor Sindaco e signor Assessore? Ho spiccate doti di problem solving, tuttavia non me ne viene in mente nemmeno una. Il Car Sharing? Meglio farsi una sana risata (quante sono le auto??).
Il bike sharing? L’Assessore l’ha menzionato nel suo proclama in stile far west… L’Assessore ha anche dichiarato su Facebook che “il comune di Busto ha speso x il bike sharing negli ultimi 6 anni 290000 piu 200000 della fondazione Cariplo..quasi 500mila euro x 80 bici”. Assessore, forse Le conviene informarsi meglio anche su questo prima di rilasciare certi commenti, perché Euro 6,125 a bicicletta suonano un po’ fuori mercato. Inoltre ha un’idea della copertura del servizio? Ha elementi per asserire che il servizio possa realisticamente aiutare le MIGLIAIA di piccioni pendolari sollevandoli dall’incombenza di usare l’auto per arrivare in stazione?
Io abito in periferia, e mi alzo alle 5 circa perchè devo prendere un treno che mi permetta di arrivare a Milano entro le 7. Assessore, che mezzi potrei prendere per arrivare in tempo utile in stazione?
Potrei, quando non piove o nevica, usare la mia bicicletta. Metterei però a rischio la vita visti i balordi che girano in certi orari. E la bicicletta la ritroverei? Mah.
Ho pensato alle strisce blu: ma a parte il costo che non potrei affrontare, chi mi cambierebbe il tagliando ogni 2 ore?
Andare in auto a Milano andrebbe contro la scelta ecologica di prendere il treno e in più aumenterebbe i costi in maniera esorbitante.
Caro Sindaco e caro Assessore, vi inviterei a provare la vita che facciamo per una settimana (non sono crudele, una settimana è sufficiente!). Venite a farvi accogliere all’inferno. A lottare per trovare un posto a sedere su convogli che viaggiano in certi orari ai limiti della decenza. A dover affrontare un viaggio della speranza dopo una giornata massacrante di lavoro (alle 8 ore dovete aggiungere anche i tempi di spostamento). A essere ridotti a prendere uno o due treni prima perchè si sa gia’ che il treno che dovresti prendere è in ritardo e al lavoro non ti giustificano più. Provate come me a essere addirittura molestati in treno ed essere vittime di stalking. Provate a lottare come pendolare-madre-moglie-donna per incastrare gli impegni come in una partita a tetris. Noi pendolari le nostre battaglie le abbiamo combattute e le combattiamo ogni giorno (con Trenord, con gli stalker, con i ritardi, con i disservizi, con gli scioperi etc). Dopo tutto quanto elencato sopra, fate un respiro. E contate magari fino a 1000 o 2000 la prossima volta prima di fare dichiarazione “bulle” e mortificanti.
La beffa è che io nemmeno l’ho scelto di lavorare a Milano. La mia città non me l’ha dato un lavoro. Io sono costretta a fare la pendolare, perché un lavoro mi serve e perché ho una famiglia da mantenere. Però, al pari dei commercianti di Busto Arsizio, al pari dei residenti vicino alle Stazioni, al pari dei lavoratori non-pendolari, sono una contribuente pure io. E non tollero che un Assessore si permetta di fare proclami del genere dandomi del piccione.
Ora caro Assessore, La invito a informarsi. Si informi di quanti sono più o meno i pendolari-piccioni. Si informi meglio sulle cose che ha menzionato e che ha dimostrato di non conoscere, facendo peraltro una pessima figura.
Si informi prima di fare altri proclami. E soprattutto, porti delle soluzioni. Questo dovrebbe prevedere il Suo incarico.
Caro Assessore, augurandoLe buone feste, La lascio ora alla Sua priorità: informarsi. Quando l’avrà fatto, potremo magari riparlarne.
Nell’attesa rimango in attesa di risposte e soprattutto di soluzioni, il Sindaco sono sicura che potrà aiutarLa in questo. Altrimenti io, leggo dietro queste dichiarazioni e fantastiche idee solo voglia di far cassa sulle spalle di una categoria già fin troppo bistrattata. Vincere facile così, scusate, ma fa un po’ schifo.
Cordiali saluti,
Barbara Pozzi