Zio Gianni, il moro e gli altri. Presi gli incubi dei creditori

Smantellata rete di usurai ed estorsori a Busto Arsizio. La denuncia dell’imprenditore vessato

È stato smantellato nelle ultime ore dalla polizia di Busto Arsizio in collaborazione con la Squadra Mobile di Varese e coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, un gruppo criminale specializzato in usura, incendi intimidatori, furti ed estorsioni. Un’inchiesta che ha portato all’arresto di 13 persone (8 soggetti sono finiti in carcere, 5 sottoposti ai domiciliari) per fatti avvenuti a cavallo tra le province di Milano, Varese e Como.

La banda è formata da persone già note alle forze dell’ordine, quasi tutti italiani, guidate, secondo gli investigatori che hanno condotto le indagini, da , 62 anni di Olgiate Olona, soprannominato “zio Gianni”, e , 41 anni di Gallarate, meglio conosciuto come “il moro”. I due soggetti, stando alle ricostruzioni investigative, portavano avanti le azioni intimidatorie ed estorsive, oltre a coordinare i furti alle aziende, in particolare nel settore dell’abbigliamento. Sempre secondo gli accertamenti, ogni appartenente al gruppo aveva in carico una funzione prestabilita.

Secondo gli investigatori i metodi utilizzati per intimidire le vittime, nell’ambito del presunto giro di usura e delle estorsioni, erano molto violenti. Si parla addirittura di sigarette spente addosso, aggressioni in mezzo alla strada e botte per obbligare un commerciante a pagare. Complessivamente sono una decina gli episodi di furto e di azioni intimidatorie contestate dalla Procura di Busto Arsizio al gruppo criminale, ai danni di aziende e ditte del territorio.

Per quanto riguarda i fatti di usura, per anni, sarebbe stato vittima del sodalizio, un industriale della zona della Valle Olona. Il suo incubo iniziò a materializzarsi qualche anno fa, il giorno in cui accettò un prestito da un conoscente. Con il passare del tempo la situazione peggiorò in maniera drastica dopo che il suo prestito passò di mano agli indagati, ai quali era stata affidata la riscossione. Secondo le ricostruzioni investigative la quota di capitale da restituire si impennò in maniera esponenziale raggiungendo quota 250 mila euro con tassi da capogiro, stimati in circa il 50 per cento.

In quel periodo, stando a quanto ricostruito dalla Procura di Busto, l’impreditore sarebbe rimasto vittima di diverse azioni intimidatorie e richieste estorsive. Picchiato in più di una circostanza. Inseguito in macchina per poi esserne trascinato giù e violentemente aggredito, tanto da riportare la lussazione di una spalla. Nel 2015 gli estorsori avrebbero dato fuoco all’azienda e alla macchina. Dopo aver subìto l’ennesimo atto violento, sempre nel 2015, l’uomo decise di sporgere denuncia.