Uccisa a coltellate: «Non voleva farlo»

«A mio avviso Simone Impellizzeri non voleva uccidere la zia. Tanto che quando si è reso conto di quello che era successo ha deciso di costituirsi. È una tragedia figlia dell’esasperazione e della frustrazione. Da solo, nelle sue condizioni di difficoltà psichica, non poteva assistere un’anziana affetta da demenza senile».

Sono le parole dell’avvocato del foro di Busto Arsizio, Barbara Bruzzese, il difensore di Simone Impellizzeri, l’uomo di 48 anni, che dovrà rispondere di omicidio aggravato, per aver ucciso l’anziana zia, Giuseppina Tripi di 85 anni, con la quale viveva da circa un anno nella palazzina di via Mazzini 28.

Dallo scorso mese di luglio, infatti, Impellizzeri era fuori dal carcere, per fatti collegati a reati contro il patrimonio, ma non aveva ancora un impiego. Disoccupato, esasperato dalle continue richieste di assistenza della zia che l’aveva accolto nel suo appartamento, lunedì sera ha perso la testa massacrandola con un’ottantina tra coltellate e forbiciate. Dopo circa tre ore, intorno all’una di notte, si è costituito al commissariato di Busto Arsizio confessando l’orribile delitto. Impellizzeri era sottoposto anche a psicofarmaci e pare che di recente abusasse anche con gli alcolici.

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