«La poesia è sublimazione per evadere dall’ordinario»

Sabato 18 febbraio appuntamento a Villa Porro Pirelli per conoscere l’arte di Nicolò Mantovani

Un incontro poetico con la libertà da non perdere quello in programma sabato 18 febbraio, a partire dalle 17 a Villa Porro Pirelli (via Tabacchi 20) ad Induno Olona: con il giovanissimo poeta varesino Nicolò Mantovani e la prima presentazione della sua antologia “L’angelo dalle strappate ali” (Macchione editore). Si tratta della seconda e matura prova poetica di un giovanissimo luinese che si inserisce nel solco della tradizione che ha avuto in Piero Chiara e in Vittorio Sereni i suoi più

alti rappresentanti. Mantovani è infatti nato il 13 agosto del 1996 a Mesenzana, città in cui vive. Dopo avere conseguito la maturità presso il Liceo di Scienze Umane dell’Educandato Maria SS. Bambina di Roggiano, si è iscritto al corso di Mediazione Interlinguistica e Interculturale dell’Università degli Studi dell’Insubria (CO). Nel 2016 Mantovani aveva già pubblicato con Pietro Macchione Editore la sua prima raccolta di poesie “Cantando ad una voce”. Il giovane poeta è compositore dalla tempra forte e agguerrita: la sua precedente raccolta si concludeva con un colpo di rivolterra: “Ascolta il grilletto: BANG!”. «Nonostante la giovane età, questi ultimi anni della mia vita sono stati densi di avvenimenti che mi hanno provocato emozioni molto forti – spiega Nicolò Mantovani – In particolare, la morte improvvisa di persone care ha provocato in me una rivoluzione, il bisogno di cercare qualcosa di più rispetto al grigiore che molto spesso ci offre la realtà in cui viviamo, o meglio, ciò in cui noi abbiamo trasformato la realtà». Un mondo artistico nel quale desidera lasciare un segno, come illustra: «Questa esigenza mi ha portato ad amare il mondo dell’arte, che io intendo come la più alta espressione della libertà, della dignità, della creatività, della pazzia dell’uomo». La poesia viene scelta secondo una precisa volontà: «La poesia è la mia forma prediletta di espressione. Poesia è sublimazione, possibilità di evadere dall’ordinario per entrare nello straordinario». Come recita nella sua lirica “Il sublime,/fosca sostanza delle mie rime,/parto dal carattere volubile,/l’umana aporia tra superbo e umile../E a chi mi deride,/a me attribuite/dell’alfa l’etere o il baratro dell’omega/». Come insegna la storia della letteratura italiana, sono molti gli esempi di figure di spicco che hanno iniziato il loro percorso d’ascesa all’Olimpo delle Lettere iniziando a muovere i primi passi e a scrivere i primi versi sin al tempo del liceo. E Nicolò Mantovani desidera, con un’audacia e un coraggio che gli dobbiamo riconoscere, mettersi in gioco, rischiando anche eventualei critiche. “Gridavan:/A ciò che vuoi rinuncia,/adempiendo a ciò che devi!” registra nella sua lirica che è posta in Introduzione al volume. “Ma come puotesi/negar a chi sogna/ di carezzar code di volpe e la radiosità/ del divenir crepa/lungo il muroi dell’imposizione?”. Afferma di essere morto «gridando al mondo» la sua innocenza. Eppure richiamando la grande ode alla libertà della Commedia dantesca, occorre essere liberi. «La libertà più val di qualche marengo» chiosa il giovane poeta.