Luca Urso ha conquistato Belgrado con la chitarra

Il bustocco ha iniziato a suonare nella sua città per spostarsi poi all’estero dove è diventato una vera star

, il chitarrista jazz cresciuto a Sacconago che a Belgrado è una star: «Nessuno è profeta in patria». Ieri sera al bar gelateria “Come una volta” di viale Montello, che ha fatto il bis con l’apertura serale dei negozi sul modello dei “giovedì in centro”, il bustocco di nascita Luca Urso ha suonato «per la seconda volta» nella sua vita nella città in cui è nato.

«La prima nel 2006 nel corso della rassegna “Eventi in Jazz”, con la quale ho collaborato per le prime edizioni – ammette il chitarrista, che non abita più a Busto da una decina d’anni – C’è da dire che quando ho iniziato la carriera ho suonato molto all’estero, e a Busto ci venivo solo a dormire qualche volta. Questa volta a Busto ho suonato da solista per un caso particolare, per amicizia nei confronti di Ermanno Bandera, il proprietario del bar. Ma se ce ne fosse possibilità, mi piacerebbe fare qualche performance anche nella città in cui sono nato».

Il suo curriculum racconta di un «chitarrista docente, compositore ed arrangiatore, nato a Busto Arsizio nel 1964 da una famiglia in cui il nonno, maestro di sassofono e clarino, gli trasmette la passione per la musica».

Terminati gli studi superiori, Luca Urso intraprende l’attività professionale sin dal 1988-89 ed ha per lunghi periodi ingaggi all’estero: nel ’90 ad esempio suona al “Tennis Bar” di Bad Homburg in Germania, poi si sposta nei paesi nordici, dove entra a far parte dell’orchestra di una nave da crociera e nel ’92 è a Helsinki con la band del format televisivo che corrisponde a “La ruota della Fortuna”.

Dopo la gavetta, inizia ad entrare nel giro di band più conosciute e a fare le prime tournee. Sono gli anni delle collaborazioni con cantanti come Zack Ferguson, Memo Remigi, Ivana Spagna, Grace Jones, Ronnie Jones, ma anche Simply Red.

Finché Luca si avvicina al mondo del jazz, specializzandosi in questo campo. Ultimamente suona con Waldo Weathers, che era il sassofonista di James Brown, Micheal Jackson e B.B. King.

«Siamo in procinto di fare il nuovo Cd, con brani miei e suoi, lo realizzeremo tra gli Stati Uniti e la Germania – racconta Luca Urso – ma ad ottobre ci esibiremo al teatro Manzoni di Milano per un concerto di beneficenza con il ricavato che andrà per i bambini malati di cancro».

Il chitarrista bustocco suona «soprattutto all’estero, perché in Italia ormai non ci sono fondi per la musica, quindi le uniche occasioni sono i festival più importanti» e divide la sua carriera con l’insegnamento, in un’accademia musicale a Giussano. «La musica in Italia è un mondo sempre più complicato, che offre poche opportunità» ammette con una punta di amarezza.

Soprattutto pensando che, nei cinque anni che ha trascorso a Belgrado, Luca Urso in Serbia è diventato una star di prima grandezza: «Laggiù sono conosciutissimo – racconta – Mi hanno lanciato in una radio di Belgrado, e da lì sono piovuti contratti, tra cui la partecipazione all’Eurofestival. All’estero i musicisti sono più riconosciuti e hanno più possibilità: ad esempio a Belgrado ci sono tanti locali che organizzano concerti grossi praticamente tutte le settimane, c’era grande movimento. E molto più interesse per la musica dal vivo, anche proposte più ampie in tv, non solo Amici e Xfactor».